A Mulazzano continua l’inspiegabile “faida” di via Montessori: auto vandalizzate da dieci anni

Le proteste dei residenti: «Non ci sono telecamere»

Ancora auto danneggiate nel parcheggio di via Montessori a Mulazzano. L’ultima vittima, tra giovedì e venerdì scorsi, un pensionato residente in zona, che si è ritrovato l’auto, una Toyota seminuova, completamente rigata. Ma il problema è annoso: «Non so cosa succedesse prima - racconta un altro residente -. Abito in quella zona da dieci anni e alle auto della mia famiglia è successo di tutto. Più volte al mattino mi sono ritrovata gomme bucate, anche più di una, portiere sfregiate, tergicristalli ripiegati. Ai miei figli hanno completamente rigato entrambe le auto, una vecchia e un’altra invece nuova di concessionario, che era stata danneggiata a pochi giorni dall’acquisto».

Il residente che segnala il caso ha per ora risolto il problema acquistando un garage e posizionando una telecamera davanti alla sua proprietà, dove posteggia il veicolo che rimane all’aperto. «E se c’è un’auto in più - conclude -, si preferisce parcheggiarla in un altro quartiere, dove certe cose non succedono».

Tra vicini, ci si continua a interrogare su chi possano essere i responsabili. Una volta su un’auto danneggiata era comparso anche un cartello: «Ti faccio passare il vizio». «Non riusciamo a capire i motivi - prosegue il residente che ha deciso di lanciare nuovamente l’allarme attraverso la stampa -, non è neppure una zona dove si fa fatica a trovare posteggi liberi. Sembra che vengano prese di mira preferibilmente le auto più nuove». In via Mozart all’alba del 28 dicembre 2013 si era consumato un gravissimo fatto di sangue tra vicini: l’autista dell’Atm Rosario Puleo dopo anni di liti e querele incrociate era stato accoltellato dall’idraulico Luigi Nasti. I due abitavano in villette confinanti. Ma questa tragedia non aveva riportato la pace nel quartiere. I residenti qualche anno fa avevano anche proposto al Comune di installare telecamere pubbliche a proprie spese, con una colletta e poi una donazione dell’impianto all’ente. Ma non se n’era fatto niente.

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