Zona bianca e niente coprifuoco, torna la “febbre” del sabato sera

Le voci dei più giovani riempiono le strade, bar e tavolini all’aperto sono affollati, si va verso la normalità

Il primo sabato sera lodigiano senza coprifuoco, in data 19 giugno, ha rispettato le aspettative. I giovani si sono ripresi quegli spazi a loro cari, simbolo di svago, socialità e vacanza, andando ad affollare di nuovo le vie della città. Le speranze, più promesse che veramente attese, erano tra i giovani proprio queste: ritrovarsi, dopo tanto tempo, in giro tra le strade del centro, bazzicando da una piazza all’altra, da un bar all’altro per “respirare” di nuovo quell’aria di normalità che per tanto era mancata.

La “febbre” del sabato sera

Ci si aspettava di certo il centro storico gremito di persone, ma lo sperimentarlo, piuttosto che il solo dirlo, ha fatto davvero rendere conto, magari a pochi, magari per poco, che cosa realmente fosse il sabato sera, che cosa portasse con sé il week end. Pur certo mantenendo le restrizioni e le regole che ancora, cautamente, vigono e provvedono, sabato sera si sono potute osservare la piazza della Vittoria, corso Umberto e via Volturno finalmente allegre, risollevate dai sorrisi e dalle risate. Sorrisi e risate saranno stati sicuramente, ai più, carburati dalla possibilità di potersi vaccinare e di non doversi più preoccupare dell’orario. Facce vecchie e facce nuove si ritrovano e si conoscono o si riconoscono. In questo sabato sera, che chiude gli ultimi, e torridi, giorni primaverili accompagnandoci in un’estate di fiducia, l’immagine è quella di una gioventù presente, che non si è dimenticata dei suoi spazi e dei suoi sfoghi.

Un via vai di persone

Da via Cavour si sentono già i brusii provenienti dalla prima, consueta tappa: piazza Mercato. Ma se si continua via Cavour per arrivare in piazza San Lorenzo o piazza Castello, le persone non accennano a fermarsi. I bar che costeggiano le strade sono presi d’assalto così come i marciapiedi, i tavoli (da prenotare rigorosamente in anticipo) e le scalinate. Ci si guarda più intorno che al proprio posto: sembra strano rivedere folle così. Via principale di transito rimane però corso Umberto che collega le piazze e i locali. Code di ragazzi delle più disparate età, dai 15 ai 30 anni e, perché no, sul presto anche famiglie, scorrono e si incrociano tra loro in una eterogenea commistione di generazioni.

Lodi riabbraccia i giovani

Via Fanfulla e corso Adda sono altre vie che collegano altri locali e là si vedono altre fiumane di ragazzi. Dalle piazze del centro al Borgo, quindi, le moltitudini di giovani riprendono vitalità per dare spazio e fede alla speranza di un’estate che ricordi la normalità. I parcheggi, sempre pieni, pullulano di macchine altrettanto sazie di persone; le strade accolgono chi scende dalle macchine e si ingorgano di folle; i locali ospitano gli assetati; Lodi può finalmente riabbracciare la sua gioventù, tanto cara e importante.

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