«Voglio ridare serenità alla gente»

Sergio Bolzoni, 58 anni, commerciante sangiulianese, dopo 19 anni di militanza nella Lega Nord, con alle spalle un incarico di segretario cittadino sul territorio, in questa tornata elettorale è candidato al 17esimo posto per la Camera nella lista Lombardia 1. In questa intervista rilasciata illustra gli obiettivi che è pronto a sostenere con tenacia, indipendentemente da quello che sarà il risultato elettorale.

Con quali prospettive si è messo a disposizione del partito in questa scommessa per le politiche?

«Per me il principale traguardo resta il federalismo, ce l’avevamo quasi fatta, ma il governo tecnico Monti ha interrotto il percorso proprio quando eravamo vicini al risultato».

Che valore ha la sua candidatura in una lista per le politiche?

«Mi sono sempre sentito un soldato, pertanto sono sempre stato pronto a mettermi a disposizione quando mi viene chiesto: questo lo spirito che ha sempre animato la mia militanza»

Se diventasse onorevole, oltre al federalismo, c’è qualche impegno che è pronto da subito ad assumersi?

«Si, porterò avanti una serrata battaglia per salvare le edicole che stanno chiudendo, perché noi giornalai siamo ormai ridotti in regime di schiavitù. Non tanto per i quotidiani, quanto per le altre pubblicazioni, che richiedono un grande lavoro, con un ritorno economico che ci viene riconosciuto solo ed esclusivamente sul venduto. Tutto questo non ha senso, perché se la gente non le compra vuol dire che ha sbagliato qualcosa l’editore e non è certo colpa dell’edicolante. Questi gli effetti assurdi della liberalizzazione».

C’è qualche altro risultato che tenterebbe di raggiungere per il Sudmilano?

«Dal momento che mi spiace molto assistere ad un calo di sicurezza nei nostri quartieri, che si riflette in un incremento di furti, di atti vandalici e di altre pesanti situazioni, le cui conseguenze sono pagate a caro prezzo dai cittadini, su questo piano mi piacerebbe vedere le cose cambiare e, per quanto di mia competenza, farei il possibile per restituire ai cittadini un clima di tranquillità».

Cosa pensa degli scandali che nell’ultimo anno hanno colpito la Lega Nord?

«Partendo dalla premessa che per me conta innanzitutto il progetto, in cui credo, prima delle persone, non nascondo che sono rimasto deluso, perché credevo fossimo una grande famiglia, e invece mi sono accorto che altri non si sono comportati da fratelli. Ma vorrei chiarire una cosa: chi ha fatto il furbo ha causato un danno al partito, ma non ha rubato soldi pubblici. E questo è importante ricordarlo».

Cosa cambierebbe in un comune come San Giuliano se fossero applicate le strategie del suo partito?

«Se oggi solo una piccola parte dei soldi che il comune versa a Roma torna a San Giuliano, con il federalismo ci sarebbe un’inversione di tendenza».

Cosa vuol dire agli elettori di San Giuliano e dell’hinterland del Sudmilano?

«Dico loro che la strada è ancora carica di ostacoli e che bisogna tenere duro: noi abbiamo le idee chiare e questo ha dato molto fastidio a qualcuno. Gli errori sono stati fatti, ma ripeto, il progetto è davvero valido».

Giulia Cerboni

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