Viva la scuola, ma abbasso i presidi

Sappiamo tutto delle LIM ovvero delle Lavagne Interattive Multimediali entrate a far parte dell’arredo tecnologico delle nostre scuole. Un aiuto alla didattica di sicuro successo formativo con ricaduta positiva sullo stesso processo di apprendimento. Sappiamo, invece, poco o nulla, almeno fino alla settimana scorsa, della LIP ovvero della Legge di Iniziativa Popolare “Per una buona scuola per la Repubblica” resa nota al grande pubblico grazie alla trasmissione televisiva “Presadiretta” condotta da Riccardo Iacona, andata in onda su Rai3 l’8 febbraio scorso interamente dedicata alla scuola. E fin qui va tutto bene. Anzi. Grazia a Iacona abbiamo avuto modo di farci un’idea su questa proposta di legge per certi aspetti molto interessante. E dire che si tratta di una legge con in calce centomila firme raccolte tra gli addetti ai lavori, depositata in Parlamento già dal 2006, ma di cui ben pochi parlamentari ne parlano.Dunque accanto alla “Buona Scuola” di Renzi ce un’altra proposta partita dal basso e che spera di trovare nel Parlamento l’attenzione che merita. La legge in questione si struttura su 29 articoli pieni di buoni idee. L’ultimo articolo elenca le “Abrogazioni” che consentirebbero, se approvate, di rivoltare come un calzino l’attuale assetto legislativo scolastico. Tra l’altro il punto 22 prevede l’abrogazione dell’art. 25 del D.Lvo 30.03.2001 n°165, ovvero l’abrogazione della Dirigenza Scolastica. Al momento della lettura mi si sono spalancate le pupille e aperte le narici! Rileggo per essere sicuro di aver capito bene, vado a leggere anche i richiami legislativi collegati e mi rendo conto che è proprio quello che temevo: i fautori della proposta di iniziativa popolare vogliono far fuori i presidi. Spero almeno di arrivare indenne alla pensione. Ragiono a bocce ferme e mi chiedo. E’ mai possibile immaginare una scuola senza preside? Sappiamo, per esempio, che in Olanda, e precisamente a Lichtenvoorde, una cittadina al confine con la Germania, già da qualche anno si sta sperimentando uno strano tipo di scuola. E’ la scuola Splash21 ovvero una scuola senza professori. Una sperimentazione rivoluzionaria che ha contagiato già alcuni altri istituti e forse altri presto ne seguiranno l’impostazione. In queste strane scuole fanno tutto i ragazzi con l’ausilio degli iPad.Si sarebbe mai immaginato Steve Jobs che un giorno il suo rivoluzionario tablet avrebbe mandato a casa i professori? Credo proprio di no! Va bene che la tecnologia facilita il processo didattico, ma si può immaginare una scuola senza professori, senza libri, senza un orario scolastico stabilito, senza interrogazioni e senza voti, senza pagelle, senza colloqui con i genitori? Io una scuola così né me la immagino, né la voglio. Naturalmente non concepisco nemmeno una scuola senza presidi perché sono dell’avviso che una scuola senza responsabili è come una nave senza comandante.La scuola è sempre stata una palestra di vita prima ancora che una qualsiasi rivoluzione la indebolisse nel suo stesso estrinseco valore. La scuola è un luogo dove si incontrano diverse personalità, dove si scontrano le idee, dove prendono forma i progetti, dove nascono amicizie corroborate da interessi comuni, dove ci si forma moralmente e culturalmente, dove i ragazzi imparano a camminare sulle proprie gambe, a pensare con la propria testa. Dove a dare lezione di vita non sono solo gli insegnanti, ma anche i compagni di classe, dove si impara a digerire l’amarezza di una insuccesso, di una delusione, ma anche a gustare il sapore dei buoni risultati. Si parla talvolta male della scuola, ma la scuola è tutto questo, perché insegna a vivere, a fare di ogni singola persona un qualcosa di meraviglioso. Tutto questo è possibile solo dove interagiscono diverse persone con ruoli diversi. Se è vero che la scuola è di tutti dove tutti possono partecipare allora è altrettanto vero che la scuola è tale solo se ci sono professori, presidi, studenti, genitori e operatori che a vario titolo lavorano per preparare una realtà in grado di interagire con la realtà circostante. Una realtà in vorticoso cambiamento che ha fatto dell’uso della tecnologia una condizione utile e necessaria per migliorare l’apprendimento. Quindi va bene la didattica digitale che aiuta ad acquisire nuove e migliori competenze. Non dimentichiamo che oggi le aziende per rimanere sul campo ricorrono alle tecnologie e questo richiede giovani preparati, pronti ad affrontare problemi diversi inseriti in situazioni diverse, ragazzi che sappiamo condividere le idee, che sappiano lavorare in team, che riconoscano l’importanza delle regole. In questo la scuola deve essere il luogo ritenuto per antonomasia l’unico in grado di preparare i giovani alla vita prima ancora che al lavoro. Ecco perché non è possibile immaginare una scuola fai da te. Le LIM, il tablet, lo smartphone, il notebook, sono solo strumenti che possono aiutare a trovare un maggior equilibrio nella ricerca dei contenuti, che possono creare maggiori condizioni di approfondimento, ma un luogo senza responsabili, senza regole, senza ruoli è un luogo destinato a distruggere una qualsiasi metodologia didattica sia pure digitalizzata.Quindi non sono d’accordo con la LIP (Legge di Iniziativa Popolare) che prevede l’abolizione della Dirigenza Scolastica in cambio di una figura ibrida il cui compito è ancora tutto da definire fatto salvo la certezza di un drastico ridimensionamento del ruolo del preside nella scuola. Non condivido questa voglia matta di liberarsi di una figura centrale nella scuola, non accetto questa eccessiva strana voglia di liberarsi di una persona vista esclusivamente nelle sue funzioni impositive. C’è anche l’altra faccia della medaglia che però raramente viene ricordata. Ed è il ruolo di un preside che coordina e organizza, gestisce le risorse economiche, valorizza le risorse umane, promuove la professionalità docente, trattiene le relazioni sindacali, decodifica e interpreta la volontà politica sulla scuola. Personalmente non faccio mica come Pitagora che come «preside» della sua scuola a Crotone, costringeva i suoi allievi a delle levatacce per seguirlo in riva al mare ad assistere al sorgere del sole. Diceva che a quell’ora del mattino si è più concentrati per lo studio e meno portati per le chiacchiere. Per fortuna dei miei allievi non siamo a Crotone e a Lodi non c’è il mare. Però c’è la discarica a Cavenago. Quasi quasi…

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