Via ai ristoranti all’aperto, «ma è una falsa ripartenza»

Le associazioni di categoria del Lodigiano spiazzate dagli annunci, da definire molti aspetti tecnici

La cauta ripartenza di Draghi per ristoranti e bar diventa falsa ripartenza nell’opinione dei ristoratori. La possibilità di servire pranzo e cena solo all’aperto a partire dal 26 aprile nelle zone gialle al momento non convince, anche perché nel Lodigiano a fine aprile non è detto che le condizioni meteo aiutino a mangiare all’aperto. Tra gli operatori di settore c’è grande incertezza e un po’ di rabbia, le associazioni di categoria sono rimaste spiazzate.

«Il 18 maggio 2020 riaprivamo tutto, a distanza di un anno rischiamo di essere ancora impantanati in un’apertura solo all’esterno, con tanti dubbi tra gli operatori – commenta Isacco Galuzzi, segretario Confcommercio Lodi e Bassa -. Intanto registriamo un annuncio prima che il decreto sia pronto, dunque attendiamo di leggere il testo, anche perché di voci ne sono circolate diverse. Poi se fosse confermata la sola riapertura all’esterno sia a pranzo sia a cena si creerebbe una discriminazione importante, perché non tutti i ristoratori hanno dehors o tavolini all’aperto. Insomma, sembra che ci siano tutte le caratteristiche di una falsa ripartenza, e francamente con i dati in miglioramento, la campagna vaccinale in corso e tutti i protocolli istituiti in un anno ci aspettavamo altro».

Anche perché rispetto alla vecchia zona gialla, dove la ristorazione al chiuso era consentita fino alle 18, è un passo indietro. «Ho la sensazione che si sia trattato più che altro di un segnale per far sfogare un po’ la tensione sociale crescente – afferma Vittorio Boselli, segretario di Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi -. La notizia, se le anticipazioni di Draghi saranno confermate puntualmente, è che il 26 i ristoranti non riapriranno. La maggior parte degli operatori non ha spazi esterni, o non ne ha di adeguati, perché da noi di norma l’esterno è un completamento dell’interno. E francamente alla sera mi sembra impraticabile una cena all’aperto ai primi di maggio, senza considerare che alle 22 scatta il coprifuoco. Vedremo se ci sarà qualche piccolo correttivo nelle misure che saranno emanate, che di fatto ancora non conosciamo».

È meno critica Asvicom, che vuole leggere un segnale di avvicinamento alla normalità. «È ovvio che se si prende a parametro il ritorno alla normalità, non ci siamo – dice Vittorio Codeluppi, segretario Asvicom -. Io voglio considerare questo passaggio come una tappa di avvicinamento alla normalità, una tappa che ci auguriamo tutti sia velocissima. Credo che il senso delle misure annunciate sia quello di ritornare ad aprire le attività produttive, ma mettendo dei paletti per evitare gli assembramenti e contenendo il numero di persone in spazi chiusi. Un passaggio in attesa di arrivare, speriamo presto, alla normalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA