«Vi svelo i segreti del Governo Renzi»

Accanto a lui il collega Speranza: «Il Patto del Nazareno esiste e il premier lo ha scritto con

un pennarello verde»

Per il Lodigiano è il «ritorno del figliol prodigo». E così lo saluta Mauro Soldati, segretario provinciale, che ricorda che Lorenzo Guerini, «deve fare il suo turno di servizio alla festa». Con gli altri volontari, anche se oggi è nella stanza dei bottoni e porta con sè i retroscena della grande politica. E, da vice nazionale del Pd, svela anche qualcosa di inedito, per esempio che «il patto del Nazareno esiste ed è un foglio scritto con un pennarello verde da Renzi». L’occasione, la prima ufficiale nel territorio dopo la svolta al vertice, è l’incontro di lunedì sera alla festa dell’Unità, con il collega di partito, e capogruppo dei deputati alla Camera, Roberto Speranza, 35enne, anche lui all’esordio in Parlamento.

Come Guerini, passato da sindaco di Lodi al coordinamento politico nazionale del Pd, grazie a un «sms di Renzi alle 4 del mattino: mi diceva che mi voleva lì e di fargli sapere qualcosa entro le 12, perché aveva già fissato la conferenza stampa».

Ex amministratori entrambi, Guerini e Speranza, si sono sottoposti alle domande di Stefano Menichini, direttore di Europa, sui temi più caldi del momento, dalle riforme all’economia, «perché oggi la priorità assoluta sono le condizioni di vita dei cittadini - assicura Speranza - : il punto di vista è quello di chi rischia di non farcela più. Il dato più brutto dell’Italia di oggi è quel 40 per cento di disoccupazione giovanile. Non possiamo essere un Paese in cui la domanda di futuro diventa impossibile».

Sul capitolo riforme, l’ex sindaco di Lodi, ha anche raccontato il dietro le quinte dell’incontro a quattro sulla legge elettorale, ovvero Matteo Renzi e Lorenzo Guerini da un lato, Silvio Berlusconi e Gianni Letta dall’altro, meglio noto come il Patto del Nazareno. Il primo momento con Guerini protagonista e da sempre al centro di curiosità su quel che è accaduto davvero in quella stanza. «Perché io? Forse perché sono milanista? - ha scherzato l’ex primo cittadino - Anche in questo caso l’invito di Renzi mi è arrivato con sms, ma da subito ho percepito la pesantezza di quel momento. L’immagine di Berlusconi e Letta che salgono sulle scale del Nazareno mi rimarrà dentro e per quella presenza mi sono preso anche le mie dal territorio, ma era un passaggio ineludibile per le riforme».

E a chi ha ipotizzato che in quell’incontro ci sia più del tema riforme, Guerini sgombra il campo. «Il patto è un foglio scritto con un pennarello verde da Renzi: si parla di legge elettorale, premio di maggioranza, garanzia su chi vince e chi perde, riforma del Senato e superamento del bicameralismo, riduzione del numero di parlamentari, niente di più» rivela. Le altre riforme sul piatto sono quelle sul lavoro - e il relativo confronto con i sindacati, in una stagione nuova perché «comprendiamo la sofferenza dei sindacati, ma è finita l’epoca della concertazione preventiva. L’accordo si trova durante il percorso, non a priori» - e sulla pubblica amministrazione, anche sollevando proteste nell’elettorato di riferimento, anche se «credo che nessuno può dirsi contrario a principi di trasparenza, velocità, priorità del cittadino-utente». Senza dimenticare che «il partito è lo strumento, ma il fine è l’Italia e un partito che difende le categorie che lo votano è superata».

Anche per il grande consenso di cui è depositario oggi il Partito Democratico, quel 40 per cento di voti alle europee, che danno al Pd il volto «del partito della nazione - aggiunge Speranza - : il destino dell’Italia coincide con la nostra capacità di essere all’altezza delle sfide». Anche sul tema dei diritti, ricorda Speranza, «su cui, finora, è mancato il dibattito».

Non manca invece la discussione sul tema del futuro delle province e sul destino di quella di Lodi, che Guerini ha governato per primo. «Io non sono un entusiasta del superamento delle province a dir la verità - ha detto il deputato lodigiano - , perché credo ci siano temi che debbano essere affrontati su area vasta, come la pianificazione urbanistica. Sono per la trasformazione in ente di secondo livello, con l’elezione indiretta, che evita ciò che è successo in passato, ovvero che la provincia esondi dalle sue funzioni».

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