VERSO IL VOTO - Lodi città universitaria: sogno rimasto a metà

L’obiettivo è integrare Veterinaria, copiando modelli come Cremona e Parma: i candidati sindaco a confronto

Lodi città universitaria? «Sulla carta sì certo, abbiamo un grande università statale e altre due realtà, ma il cammino da fare per renderla davvero una città universitaria, guardando a cugine di dimensioni simili come Parma o Ferrara, è ancora tanto, tantissimo». Parola di Vittorio Codeluppi, fondatore dell’unica realtà d’impresa nata sul territorio con il focus all’università, ovvero Italia in Campus, in grado di offrire pacchetti all inclusive, con alloggi e servizi. «E se fossi un decisore pubblico, farei di tutto per portare qui un’altra grande università, perché più studenti, e più lavoratori che gravitano sulla città, magari anche con hub tecnologici, significano vitalità, ricchezza, diversità e cultura». Insomma un plus e un volano di crescita. Per questo abbiamo chiesto ai candidati sindaco se la parola università fa rima al momento con “scommessa vinta” e cosa eventualmente c’è da fare.

SARA CASANOVA

«Nell’ottica del Grande Progetto per Lodi, un tassello fondamentale che può arricchire di opportunità e dinamismo la nostra città è la presenza sempre più importante e articolata di prestigiosi corsi universitari: la facoltà di Medicina veterinaria dell’Università Statale di Milano, che ha completato il suo trasferimento, il percorso di Infermieristica e il nuovo Polo Formativo Universitario Lodigiano. La nostra amministrazione ha concretizzato una serie di interventi per facilitare il raggiungimento delle sedi universitarie, potenziando il trasporto pubblico e realizzando la ciclabile per il polo universitario, oltre che per coordinare i servizi in città e le iniziative specifiche dell’Informagiovani per favorire l’inserimento degli studenti: sul sito dedicato si possono trovare la guida completa all’offerta formativa universitaria, la banca dati alloggi e le pagine della “Lodi da scoprire”». Solo l’inizio di un percorso, chiarisce Casanova, «nel quale vogliamo costantemente promuovere iniziative e coinvolgimento». A partire «dalla Carta Giovani, individuando, insieme alle associazioni di categoria, la formula più efficace per offrire sconti e agevolazioni per cinema, teatro, negozi, a nuove convenzioni per favorire affitti calmierati per studenti, fino alla trasformazione dell’ex asilo Bulloni in sede per servizi per gli universitari. Nel corso delle prossime settimane illustreremo altre proposte che verranno inserite nel nostro programma elettorale».

ANDREA FUREGATO

«Con il progetto del polo di veterinaria Lodi ed il Lodigiano hanno accettato (ed ora possiamo anche dire vinto) una sfida che non è enfatico definire di portata storica, ma se la dimensione universitaria della città è ormai una realtà, non solo solida grazie alla presenza di una intera Facoltà della Statale di Milano, ma in deciso sviluppo, con il polo formativo UniSanMarino e UniCusano del Bassi e la riattivazione del corso di laurea per infermieri, restano ancora molte le opportunità da cogliere e le potenzialità inespresse per fare di questa esperienza un vero valore aggiunto per la vita della città». Perché, chiarisce ancora Furegato, «le circa 3.000 persone che compongono la comunità di studenti e personale docente e non docente che fa riferimento alla sedi universitarie devono essere stimolate ad entrare sempre più nella quotidianità della nostra città, come membri effettivi e non semplici “ospiti”, protagonisti di ogni ambito di relazione e di un proficuo scambio che passa attraverso servizi dedicati, promozione commerciale, offerta culturale e di intrattenimento, attività convegnistica di approfondimento». Su tutti questi aspetti «è necessario intervenire con un forte e convinto coordinamento da parte del Comune, per mettere in contatto il mondo universitario con la realtà locale e farlo sentire parte attiva della città».

LORENZO BRUNO

«Per sfruttare meglio la presenza dell’università, c’è ancora bisogno di tanto lavoro, anche su aspetti pratici che possono agevolare la vita di chi gravita intorno al polo universitario: intanto c’è da rendere più semplice e intuitivo l’acquisto dei biglietti dei bus-navette che collegano con la città, ma anche ridiscutere il collegamento con la città metropolitana sulla linea ferroviaria, con fermata anche a Tavazzano, garantendo maggiore fluidità negli orari, permettendo così anche a chi vive fuori di vivere comunque la città anche fuori dagli orari universitari - ha detto Bruno - : altro punto essenziale per noi è favorire la collaborazione tra università e altre realtà cittadina, anche economiche, come i bar, e tra i nostri obiettivi c’è dare un’ulteriore spinta in questo senso. È essenziale poi dare più motivi agli studenti per vivere la città e un capitolo d’azione sarà dedicato a renderla più attrattiva, anche con eventi dedicati».

L’inchiesta completa su «il Cittadino» in edicola sabato 12 e domenica 13 marzo

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