Vent’anni fa l’incidente aereo di Linate

L8 ottobre 2001 lo scontro tra un velivolo di linea e un Cessna. Fra i 118 morti 6 cittadini del Lodigiano e del Sudmilano

Sono passati vent’anni da quel tragico 8 ottobre 2001, da quella mattina di nebbia in cui 118 persone trovarono la morte all’aeroporto di Linate nella collisione tra un aereo di linea della compagnia Scandinavian Airlines (Sas) in fase di decollo e un Cessna privato che gli tagliò la strada causando un inevitabile e devastante impatto. Il McDonnell Douglas MD-87, dopo avere urtato il piccolo velivolo, finì la sua corsa schiantandosi contro un deposito bagagli.

A perdere la vita le 110 persone a bordo dell’MD-87, i quattro occupanti del Cessna e quattro dipendenti Sea che si trovavano nell’edificio sventrato dal velivolo di linea diretto a Copenaghen. Sei i passeggeri del volo Sas che provenivano dal Lodigiano e dal Suldmilano.

Lo scontro si verificò alle 8.10, quando sull’aeroporto milanese si scatenò un inferno di fiamme e di morte. Fu una concomitanza di cause, appurarono le indagini, a determinare il disastro. L’errore del pilota del Cessna Citation CJ2, che imboccò un raccordo sbagliato finendo in rotta di collisione con l’aereo Sas, la fitta nebbia, una segnaletica poco efficace, incomprensioni con la torre di controllo, radar di terra e altri sistemi specifici di sicurezza che non erano attivi.

Seguì il processo, a carico di dirigenti e responsabili di Enav, Sea e dello scalo, che si concluse il 20 febbraio 2008, quando la Corte di Cassazione emise la sentenza definitiva, confermando quella di appello del 2006: cinque condanne e due assoluzioni. Sei furono le vittime del Lodigiano e del Sudmilano.

Il medico Attilio Lazzarini aveva 51 anni e viveva con la moglie e i tre figli nel quartiere Albarola di Lodi. Era un top manager della multinazionale farmaceutica AstraZeneca.

Tecnico della divisione Agip del gruppo Eni, ma anche componente della Filarmonica e allenatore di basket, Carlo Venturini aveva 41 anni e abitava con la moglie e i due figli a Castiglione.

Fabio Mangiagalli non era sposato e viveva solo nella frazione Poasco di San Donato. Aveva 33 anni e faceva il rappresentante.

Sandro Carlin, dirigente tecnico dell’Agip, era sposato ed padre di due figli. Abitava nella località Riozzo di Cerro al Lambro. Originario del Bellunese, aveva 55 anni e aspettava la pensione per potere tornare ad Agordo, il suo paese natale.

L’imprenditore Luigi Mussida, 54 anni, moglie e tre figli, era originario di Casale e aveva fondato a Orzinuovi (Brescia) una ditta specializzata nella produzione di margarina e olio.

Il 32enne Romano Blasi aveva 32 anni e viveva a Peschiera Borromeo.

Il 17 novembre 2001 si è costituito il Comitato 8 ottobre-Per non dimenticare, voce ed espressione dei familiari dei deceduti. Ogni anno all’interno del parco Forlanini, nel Bosco dei Faggi, nato nel marzo 2002 proprio per ricordare chi perse la vita a Linate, si tiene una cerimonia commemorativa. In occasione del ventesimo anniversario della strage, l’8 di ottobre sarà l’arcivescovo di Milano Mario Delpini a presiedere la Messa, che sarà celebrata alle 10.30 proprio nel Bosco dei Faggi. A seguire è previsto un annullo filatelico speciale, mentre il giorno dopo, alle 18, presso il Conservatorio di Milano, si terrà un concerto commemorativo.

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