«Vaccini, il rischio di morire di Covid è molto più alto» - VIDEO

Intervista alla specialista in patologia clinica ed ematologia, la dottoressa Fulvia Mercantini

Fulvia Mercantini, medico di Lodi, è specialista in patologia clinica ed ematologia. La dottoressa è autrice di 120 pubblicazioni scientifiche di argomento biochimico ed ematologico.

Attualmente è libero-professionista in Lodi, dopo vent’anni di attività ospedaliera nell’ambito della diagnostica.

La dottoressa aiuta a sciogliere i dubbi sui vaccini, sulle varianti e sul caso AstraZeneca, dal punto di vista clinico; restano in capo, invece, alle decisioni politiche la programmazione della campagna vaccinale e le tempistiche sulle vaccinazioni e sulle categorie di persone che si vaccineranno nei prossimi mesi.

«AstraZeneca era stato ritirato in Italia - spiega la dottoressa - perché in Germania si sono verificati 7 casi mortali di trombosi del seno venoso cerebrale. Questa rarissima complicanza è stata analizzata. Sono stati individuati sia i test per diagnosticarla che la terapia. Questi eventi non hanno nulla a che vedere con i 5 casi saliti alla ribalta in Italia, che nulla avevano a che fare con il vaccino».

«È importante dire che i sintomi da sorvegliare, per la trombosi del seno venoso cerebrale, (come la patologia che ha colpito la docente 38enne che era stata ricoverata al Predabissi,ora al Mondino, il cui caso è ancora al vaglio, ndr) sono tardivi: compaiono tra il quinto e il decimo giorno dopo il vaccino e consistono in mal di testa, vertigini e disturbi visivi. Quindi, dopo l’approfondimento dei tedeschi questa complicanza rarissima è ora diagnosticabile e curabile. Il 22 marzo è stato pubblicato lo studio della fase 3, negli Usa, che ha confermato che AstraZeneca non aumenta il rischio trombotico».

«Tutti i farmaci hanno effetti collaterali - aggiunge la specialista - che possono essere mortali, ad esempio per le reazioni anafilattiche. Tutti ì vaccini possono dare, rarissimamente, esiti mortali, ma non per questo non vacciniamo i nostri bambini. Aggiungerei che anche tanti oggetti quotidiani hanno una componente di rischio (il gas della caldaia, l’automobile, il coltello da cucina), ma non per questo li aboliamo dalle nostre vite; occorre calcolare il rapporto rischio e beneficio. Nel caso dei vaccini anti Covid, il calcolo è semplice: sono morti, ad oggi, per il Covid, 105mila italiani su 60milioni e 800mila, cioè lo 0,17 per cento. Sono morti dopo il vaccino 6 italiani su 7 milioni di vaccinati. Se anche fossero morti tutti a causa del vaccino, e non semplicemente dopo, la percentuale di mortalità sarebbe lo 0,00008. Il rischio di morire di Covid è 2mila volte superiore a quello di morire di vaccino».

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