Un’altra rissa a Casale

Ancora una violenta rissa tra extracomunitari in pieno centro a Casale: dopo l’episodio di 10 giorni fa, in cui si picchiarono tunisini e marocchini in via Cavallotti, martedì sera lo scontro è avvenuto tra quattro o cinque sudamericani in via Gramsci.

La rissa è iniziata attorno alle 22 all’altezza di vicolo Cesaris, un corto e stretto vicolo senza uscita che si trova appena imboccata via Gramsci da via Garibaldi, a due passi dal centro. Lì gli uomini, pare tutti di giovane età, si sono presi a pugni tra urla e insulti. Sconosciuti i motivi della rissa, ma certamente l’alcol ha giocato un ruolo rilevante come riportato dai testimoni.

Le forze dell’ordine sono state allertate quasi subito e nel giro di pochi minuti è intervenuta una pattuglia del comando radiomobile di Codogno, alla vista della quale alcuni dei partecipanti alla rissa si sono dati alla fuga. Due sarebbero i sudamericani fermati e portati al comando di Codogno per gli accertamenti del caso, mentre altri due sono riusciti a fuggire lungo via Garibaldi e da lì sotto il passaggio dei palazzi del centro in via Enrico Fermi, in direzione dell’ufficio postale.

In via Fermi i due hanno poi scavalcato o trovato aperto il cancello che chiude l’uscita di vicolo Pisati, si sono introdotti nella strettoia e sono quindi usciti su via Cavallotti. Nell’attraversamento di vicolo Pisati sono stati anche richiamati dal titolare dell’Osteria del Vicolo, insospettito dal passaggio di corsa dei due. Dieci giorni fa la rissa tra tunisini e marocchini in via Cavallotti aveva avuto il suo epilogo proprio in vicolo Pisati, dove infine erano stati fermati due dei quattro coinvolti nella scazzottata.

La comunità sudamericana di Casale è una delle più numerose della Bassa e finora non ha mai creato particolari problemi, se non per qualche segnalazione di disturbo alla quiete pubblica legata a giovani e giovanissimi. Non è chiaro se anche l’episodio di martedì sia da annoverare tra questi casi, con una disputa di poco conto sfociata poi in violenza oppure se il diverbio sia sorto per motivi più gravi.

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