Uno dei personaggi citati nelle oltre settecento pagine di ordinanza dell’ultima operazione della Dda di Milano aveva aperto una finanziaria a Lodi: si tratta di L. A. T., classe 1971, residente a Rozzano, che il 10 gennaio 2001 era stato denunciato dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Lodi per “esercizio abusivo di attività finanziaria”.
Quest’uomo non risulta al momento destinatario di misure disposte dalla Dda, ma dal suo passato era emerso un altro precedente di polizia, oltre a quello lodigiano: per “somministrazione pericolosa di medicinale, esercizio abusivo di una professione e ricettazione”, ipotesi di reato per le quali era stato denunciato nel giugno del 1999 dalla polizia di Stato di Aosta.
La Dda di Milano lo definisce “ex poliziotto già in servizio presso la questura di Milano e attuale socio della Skp, società che collaborava con G. A. (arrestato a Comazzo) ed Emanuele Flachi per i servizi di security presso alcuni locali”. Nulla di più dice l’Antimafia sui trascorsi lodigiani di questo personaggio, nativo di Milano, che era stato accusato dalla Finanza quantomeno di aver cominciato a prestare e a fare mediazione di denaro nella città di San Bassiano senza autorizzazione.
Della Skp gli inquirenti scrivono invece che è una “agenzia investigativa e di servizio di sicurezza già nota in quanto vicina ai fratelli Falzetta”, un cognome quest’ultimo più volte comparso in altre operazioni contro il crimine organizzato al Nord.
L. A. T., intercettato nel locale Babylon di Milano il 6 gennaio 2008 alle 00.24, “riferiva alcune voci da lui apprese secondo le quali in questura (a Milano) si diceva che G. A. estorcesse denaro ai paninari”, scatenando una violenta reazione di Flachi («a quello lì gli facciamo saltare il baracchino, a ’sto confidente», registrano le cimici), e, sempre secondo la Dda, nello stesso locale, due notti prima, l’ex “finanziere lodigiano mostrava ad alcuni interlocutori una pistola marca Glock”.
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