Una bretella di 22 chilometri, il consiglio di Melegnano ha detto “no” alla nuova autostrada del Sudmilano

Secca bocciatura all’ipotesi di un collegamento che unisca la Teem alla A7

Stefano Cornalba

Con il via libera unanime del consiglio comunale, anche Melegnano ribadisce un secco no all’autostrada del Sudmilano, una delle tre soluzioni ipotizzate dalla Regione per riqualificare la provinciale Binasca. Nella seduta di venerdì sera in municipio, la maggioranza di Pd e Rinascimento melegnanese ha infatti approvato la mozione presentata dall’ex sindaco della sinistra locale Pietro Mezzi, che ha chiesto in primis all’amministrazione di rimarcare a tutti i livelli la contrarietà ad una soluzione simile. «Anche il Parco agricolo Sudmilano e la Provincia di Pavia si sono detti contrari all’ipotesi autostradale - ha chiarito Mezzi -, che comporterebbe una significativa perdita di suolo agricolo, gravi conseguenze sulle potenzialità produttive della zona interessata e pesanti ricadute economiche per una vasta area del Sudmilano». Lunga quasi 22 chilometri con tanto di pedaggio, l’autostrada partirebbe dallo svincolo della Teem a Melegnano e si collegherebbe all’A7 a Binasco attraversando le campagne attorno a Melegnano, Cerro e Carpiano per continuare poi verso gli altri centri ai confini con il Pavese. «Siamo d’accordo con lo stop all’autostrada del Sudmilano - ha quindi dichiarato il sindaco Dem Rodolfo Bertoli con Alberto Corbellini del Pd e Alberto Spoldi di Rinascimento melegnanese -: chiediamo di emendare leggermente la mozione per calibrarla con la lettera che lunedì (oggi ndr) invieremo con i Comuni dell’asse della Binasca alla Città metropolitana, alla quale chiederemo di farsi carico della questione e favorire il coinvolgimento degli enti locali interessati». Complice l’assenza dell’intero centrodestra, che non è passata inosservata ed è stata criticata dallo stesso Bertoli con i gruppi consiliari presenti in aula, è stata invece rinviata la discussione della mozione presentata da Mezzi «per chiedere al governo e al Parlamento di dare seguito al divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista adottando i provvedimenti di loro competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista».

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