Un traliccio vicino alle case: «Fermateli»

Il Pdl e la lista civica Insieme per San Donato chiedono al sindaco di bloccare il nuovo “ecomostro” che segna un passo indietro di decenni rispetto alla politica di eliminazione dei tralicci nelle città

L’incubo da elettrosmog torna a far tremare i cittadini di via Kennedy a San Donato. I sandonatesi dei civici 26, 28 e 36 sono pronti a dichiarare battaglia contro l’elettrodotto della società Terna che si sta alzando di giorno in giorno a poche decine di metri dalle loro abitazioni, su un tratto di competenza dell’esecutivo di Milano, che si estende però a ridosso di alcune case del quartiere di San Donato. Dopo l’intervento di bonifica effettuato negli anni scorsi, che prevedeva l’installazione di altri elettrodotti fuori terra in un’area in prossimità del terminal della metropolitana, l’avvio dei cantieri ha fatto scattare l’allarme.

In effetti, fanno notare alcuni residenti, il traliccio sta sorgendo fuori dal confine, ma a quattro passi dalle abitazioni, nello stesso punto dove fino agli anni scorsi c’era una struttura simile, se non fosse che secondo i più informati il nuovo traliccio per l’alta tensione è più potente di quello del passato. Immediate le reazioni politiche e quelle dei cittadini.

Il Pdl e la lista civica “Insieme per San Donato” hanno protocollato un’interrogazione e una mozione, che verranno trattate nell’adunanza di domani, in cui tengono alta la stretta necessità di tutelare la salute dei cittadini.

«Considerare risolto il problema perché spostato nel territorio del Comune di Milano distante pochi metri dall’abitato, risulta un oltraggio ai cittadini sandonatesi», scrivono gli esponenti di centro destra. E aggiungono: «Vedere, a Milano nel 2013, rinnovarsi l’edificazione di una struttura obsoleta e pericolosa come il traliccio dell’energia elettrica, fa sorgere seri dubbi circa l’adeguatezza della classe dirigente presente».

Nello stesso documento, sollecitano alla squadra del sindaco Andrea Checchi un chiaro impegno «a intraprendere ogni azione possibile per interrompere la costruzione del nuovo traliccio di cui sopra». In particolare auspicano una soluzione condivisa con il Comune di Milano e la società Terna e chiedono di passare alle vie legali nel caso in cui la società responsabile «opponesse residenza».

I promotori propongono il termine di 60 giorni entro i quali la giunta dovrebbe compiere i passaggi richiesti, per poi fornire aggiornamenti sui risultati ottenuti. A tal proposito il consigliere del Pdl, Manolo Lusetti, ricorda: «Non vogliamo assolutamente che questa diventi una battaglia tra colori politici, bensì il nostro obiettivo è di lavorare tutti insieme per raggiungere un obiettivo che guarda alla salubrità del territorio».

Al tempo stesso nell’interpellanza vengono anche domandati con urgenza lumi circa quanto emerso dai monitoraggi sull’inquinamento elettromagnetico che sono stati condotti nella zona. Intanto, l’attenzione viene tenuta alta dal gruppo di residenti maggiormente coinvolti nella nuova impattante opera che viene vista come una minaccia per la salute. Alcuni di questi cittadini si sono già attivati contattando il sindaco e le forze politiche per tentare di fermare un cantiere che sembra peraltro procedere a ritmo serrato, svelando pian piano la portata dell’opera. Un intervento che non è sfuggito nemmeno a coloro che casualmente in queste settimane hanno attraversato il punto di confine con la metropoli, nelle immediate vicinanze della Paullese.

Certo, la vicenda avrà sviluppi, in quanto proprio il quartiere di via Kennedy in termini di elettrodotti paga già tempo un tributo. In più occasioni l’attenzione è stata portata sul traliccio che si trova all’interno del giardino della scuola di via Kennedy, dove nel tempo sono stati condotte una serie di verifiche, vista l’immediata vicinanza a un luogo per l’infanzia.

A questo punto, di fronte a nuovi lavori in corso, il delicato capitolo elettrosmog torna a far discutere, mentre il mondo scientifico produce sempre nuovi studi e la corrente alternata di rete preoccupa sempre di più per il sospetto che induca leucemie.

Giulia Cerboni

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