Un focolaio Covid nella casa di riposo di Meleti

Alla residenza “Monsignor Salvaderi” ci sono 29 anziani attualmente positivi, quasi la metà degli ospiti. Si registra anche il decesso di un 89enne con patologie pregresse

Sono 29 gli ospiti attualmente positivi al Covid-19 alla Rsa Mons. Salvaderi di Meleti, quasi la metà di tutti quelli presenti. In quattro hanno bisogno di ossigeno, più di 20 sono asintomatici. Ma c’è anche un decesso, un 89enne con patologie pregresse. Torna l’incubo coronavirus nelle case di riposo lodigiane.

I dati dei nuovi positivi ufficiali di Regione Lombardia, lunedì sera riportavano un balzo in avanti nel Comune di Meleti di 20 nuovi casi in un sol giorno. Un’anomalia evidente in un paese di 500 anime, che è spiegata però dalla presenza della casa di riposo, 65 ospiti in totale, all’interno della quale si è sviluppato negli ultimi giorni un importante focolaio. Gli ospiti risultati positivi, a ieri pomeriggio, erano 29, tutti localizzati nei reparti al primo piano. Di questi, oltre 20 sono asintomatici, ma 4 hanno necessità di supporto respiratorio con l’ossigeno. Due si sono aggravati al punto di dover essere ricoverati all’ospedale di Codogno, anche se uno dei due è già migliorato e potrebbe essere dimesso nei prossimi giorni. Un altro ospite positivo al coronavirus, 89 anni, di Casale, è stato portato in ospedale domenica mattina, ma le sue condizioni erano talmente compromesse, anche a causa delle patologie pregresse, che è stato rimandato in struttura e successivamente è deceduto. È il primo decesso con coronavirus nelle Rsa lodigiane durante questa ondata autunnale di contagio.

«La situazione è preoccupante, siamo in contatto continuo con la struttura per tenere sotto controllo l’evolversi del contagio – spiega il sindaco Mario Rocca -. Durante la prima ondata non c’erano stati grandi problemi, e il virus era rimasto sostanzialmente all’esterno. Questa volta, nonostante le visite dei parenti di fatto azzerate e tutte le precauzioni e i protocolli previsti per i nuovi ingressi di ospiti, il contagio è arrivato all’interno della struttura e si è diffuso rapidamente, prima una ventina di ospiti, poi 29. La maggior parte di loro è asintomatica». La struttura si è subito riorganizzata tenendo conto dell’esperienza di primavera, creando due aree separate, quella Covid con i pazienti isolati dal resto della struttura e quella «pulita», con gli ospiti non contagiati. «I controlli sono stati continui, ogni 15 giorni con test sierologici e tamponi, e mi viene assicurato il massimo rispetto dei protocolli e la massima attenzione nell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte di tutto il personale – continua Rocca -. Ovviamente c’è apprensione perché gli anziani ospitati in struttura hanno una fragilità maggiore e spesso patologie pregresse. È il caso dell’ospite deceduto, le cui condizioni generali erano già sofferenti. Ora speriamo che si riesca a bloccare la diffusione del contagio».n

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