Per anni i pattini sono stati tutta la sua vita. William Bianchi è stato una promessa dell’hockey su pista. Aveva vinto anche due scudetti giovanili. Cresciuto nell’Amatori, era stato uno dei giocatori di punta del vivaio giallorosso. La sua brillante carriera è ricordata da Luca Giaroni, bandiera dell’hockey lodigiano. «Aveva due anni meno di me. Abbiamo giocato nella stessa squadra ed eravamo amici - racconta -. Lo conoscevo bene. Era una persona bellissima, che scherzava spesso e amava l’attività sportiva».
Scomparso sabato mattina dopo uno schianto in moto, il 38enne aveva vissuto per diverso tempo a Lodi, nella zona dell’Oltreadda. Già nel corso della sua giovinezza aveva maturato la passione per le piste dell’hockey. Aveva cominciato gli allenamenti al “Revellino”, l’impianto che al di là del ponte sul fiume era sto la culla dell’hockey a Lodi. E fino all’età di 17 anni William Bianchi è riuscito a raggiungere prestigiosi successi. Ha conquistato il trionfo nei Giochi della Gioventù del 1987 a Roma, ha alzato la coppa come campione italiano nella categoria Allievi del 1989 e ha fatto il bis nel 1991 con gli Juniores, sempre con la maglia dell’Amatori. «Era un buon giocatore che è rimasto in squadra per buona parte del settore giovanile - aggiunge Giaroni -, per molti è stata una promessa di questo sport. Poi non so per quale motivo ha lasciato e ha preso altre strade». Sgomento per la tragedia anche un altro ex compagno di squadra dell’epoca, Alessandro Folli: «Ho sempre avuto con William un ottimo rapporto - ricorda -. Abbiamo condiviso tutto il settore giovanile e ricordo che avevamo ottenuto dei grandi risultati. Poi negli ultimi anni ci eravamo un po’ persi di vista». Bianchi si era trasferito a Borgo San Giovanni, alle porte di Lodi, dove viveva con la sua compagna e il figlio di tre anni. Aveva anche abbandonato il suo amore per l’hockey, quantomeno quello giocato. E si era buttato nelle corse del ciclismo. Da almeno otto anni militava nella Mulazzanese 2002, team impegnato in gare di tipo amatoriale molto diffuse sul territorio. Alla notizia della morte di uno dei suoi più apprezzati corridori, il presidente della società è davvero sconvolto: «In questo momento ho davvero poche parole da esprimere - riferisce con un filo di voce Mario Meazzini -, è come se mi fosse morto un figlio. William era con noi da diversi anni. Era una persona molto corretta, attaccata a questo sport, un uomo dalle doti eccellenti. La nostra società si vuole stringere vicino alla famiglia, alle prese con questo lutto. Lui e la sua compagna partecipavano sempre alle nostre iniziative. Era una coppia bellissima». Dopo aver militato per la Orsi bike di Piacenza, Bianchi era passato alla squadra del paese di Mulazzano, una realtà molto consolidata nelle corse su due ruote nel Lodigiano. Correva nella categoria Senior. «È stato anche un ottimo ciclista. Nell’ultimo anno si era infortunato - riferisce Meazzini -, ma prima di allora veniva agli allenamenti e alle competizioni che si svolgevano di domenica. Aveva raggiunto anche dei buoni piazzamenti, in particolare un quarto e quinto posto a livello agonistico. E amava inoltre le gran fondo, gare si svolgono di sovente in Emilia con lunghi percorsi tutti in pianura». Purtroppo la corsa di William è stato fermata per sempre, in una curva maledetta, mentre in sella al suo scooter andava verso Massalengo.
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