Un appello alla Regione Lombardia

Oggi, 14 luglio, la Cisl Lombardia manifesta a Milano, con un presidio davanti alla sede di Regione Lombardia. La protesta riguarda i contenuti della manovra finanziaria, nella quale si chiedono interventi equi ed urgenti. Perchè è giusto azzerare il deficit pubblico; rilanciare investimenti, sviluppo ed occupazione; predisporre una riforma fiscale che riduca il peso sui lavoratori, le famiglie e le imprese e che contrasti l’evasione fiscale.Sono altrettanto condivisibili i provvedimenti di maggiore tassazione delle rendite finanziarie; la conferma della detassazione agevolata al 10% sul salario di produttività; le agevolazioni fiscali per le imprese create dai giovani.La Cisl chiede però che venga abolita la misura che colpisce le pensioni medie riducendo la loro rivalutazione legata all’inflazione; di salvaguardare i livelli essenziali delle prestazioni, che sono minati dall’ulteriore riduzione dei trasferimenti statali alle Regioni ed agli Enti Locali; di rafforzare la contrattazione integrativa decentrata nel Pubblico Impiego, concludendo l’odiosa stagione dei dipendenti considerati solo “zavorra e fannulloni”.Manifestiamo proprio sotto la sede di Regione Lombardia perchè riteniamo insopportabili, sempre ma soprattutto oggi, privilegi e vantaggi di un sistema politico sempre più lontano dalla gente comune.Non è qualunquismo, il nostro, e neppure una moda: al contrario, l’azione della Cisl vuole riconoscere la nobiltà dell’impegno politico ed amministrativo. Questo si realizza esercitando nel concreto e nel quotidiano la funzione di servizio alle comunità ed ai singoli cittadini. Non vi è “servizio” se da questo conseguono condizioni economiche e sociali lontanissime da quelle della gente comune, se per chi “serve” abbondano sempre più privilegi e vantaggi.La classe politica deve finalmente adottare per sè codici e comportamenti esemplari, proprio come segnale inequivoco della volontà di riaprire un vero dialogo sul rapporto tra politica e persone, tra politica e società.Per questo chiediamo ai consiglieri di Regione Lombardia l’immediata abolizione di tre scandalosi ed ingiustificabili privilegi.Il primo: togliere il riconoscimento dell’assegno vitalizio al compimento dei 60 anni di età e dopo una sola legislatura. Mentre per ogni lavoratore si allunga sempre più l’età pensionabile e crescono i requisiti contributivi utili per accedere alla pensione, è diritto intollerabile che ad un consigliere regionale sia sufficiente una sola legislatura (cinque anni) per ottenere l’assegno vitalizio.Il secondo: abolire l’indennità di fine mandato che equivale ad una annualità ogni cinque anni. Mentre ogni lavoratore somma il proprio TFR con una mensilità per ogni anno di lavoro, non si comprende perchè i consiglieri regionali debbano poter contare sul controvalore economico di un anno ogni cinque.Il terzo: abolire il rimborso delle spese di trasporto dall’abitazione alla sede del consiglio regionale. Ogni lavoratore sopporta in proprio la spesa per raggiungere il posto di lavoro dalla propria abitazione: non si capisce perchè questo onere debba essere invece rimborsato ai consiglieri regionali.Può essere l’inizio di una salutare inversione di tendenza, il ricreare le condizioni perchè all’amministratore pubblico venga unanimemente riconosciuto l’esercizio più alto: la genuina e disinteressata rappresentanza degli interessi della propria gente e della propria comunità.

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