Un altro focolaio a Santa Chiara, ora i contagiati sono diciassette

Nella casa di riposo di Lodi colpiti ospiti e operatori

Un nuovo focolaio a Santa Chiara e gli anziani contagiati salgono da 6 a 12, 3 dei quali ricoverati. Senza contare i 5 operatori (uno dei quali però, sicuramente, non si è contagiato durante il servizio). «Dobbiamo cercare di tener duro e tenere sotto controllo la situazione - commenta il direttore sanitario della Rsa Domenico Furiosi -, domani (oggi, ndr) devo comunicare ad Asst il numero degli anziani e dei dipendenti che vogliono vaccinarsi contro il Coronavirus. Io mi auguro che l’adesione sia massiccia».

Il reparto Oleandri, al terzo piano, ha registrato 4 contagi ed è diventata zona rossa. Significa che ha personale dedicato che non può spostarsi altrove. Il secondo piano degli Oleandri, invece, è zona arancione, con una stanza rossa, dove sono isolati due casi positivi. Gli altri 6 casi positivi sono quelli già registrati la scorsa settimana all’interno del nucleo tulipani, la cosiddetta area filtro che ospita i pazienti in ingresso da fuori.

«Rispetto al focolaio iniziale - spiega il direttore sanitario - c’è stata una estensione dei contagi. I pazienti, per fortuna, sono stabili, asintomatici o con pochi sintomi. I ricoverati sono i 3 iniziali. Abbiamo monitorato la situazione con un audit di verifica e controllo, per capire come comportarci. Se si mantengono così, ok, altrimenti dovremo prendere delle soluzioni più drastiche. Un’ipotesi all’origine dei contagi è quella che siano dovuti agli spostamenti degli operatori da un reparto all’altro. L’altra ipotesi è che i contagi siano trasmessi dagli ospiti che hanno comunque una certa autonomia. Chi ha un deficit cognitivo si contiene più difficilmente».

A tavola, gli ospiti non si guardano in faccia. Le postazioni seguono una linea obliqua. «Ma nonostante ciò - ammette il medico -c’è sempre il momento in cui sfugge l’avvicinamento. Non possiamo legare le persone al letto. Speriamo che la situazione si fermi qui. Lo stato di salute complessivo è buono; rispetto alla prima ondata, in cui l’impatto clinico era pesante, adesso più della metà della popolazione anziana è asintomatica o con sintomi contenuti. Spero in una negativizzazione il più rapida possibile».

Oggi la Rsa dovrà comunicare il numero delle persone che intende vaccinare. «Dobbiamo tener duro fino a quando non ci sarà la vaccinazione generalizzata», dice Furiosi. La casa di riposo sta facendo i conti delle persone da vaccinare, a seconda dell’adesione di ciascuno. «La mia visione è che si debbano vaccinare tutti, per garantire maggior sicurezza. Molti ospiti sono già positivi al sierologico, quindi immuni, ma noi intendiamo vaccinare anche loro. Chi è nelle condizioni di intendere e di volere può decidere, noi cerchiamo di convincerli della bontà del progetto, ma non li possiamo obbligare. Mi auguro che possano aderire tutti e sono fiducioso che anche gli operatori aderiscano». Le case di riposo saranno i primi luoghi coinvolti dalla campagna di prevenzione, insieme agli operatori sanitari, a gennaio, con il vaccino della Pfizer. È ancora da decidere se la vaccinazione avverrà contemporaneamente in tutte le case di riposo del territorio.

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