Cronaca
Venerdì 07 Aprile 2017
«Troppo silenzio
sul maxi buco
della farmacia»
I 211mila euro che mancano nelle casse
scomparsi nei bilanci
dal 2013 al 2015, due
le persone denunciate
Un puzzle complesso e finora rimasto sotto silenzio. Che racconta di ammanchi dalle “casse” della farmacia comunale per 211mila euro. In tre anni di bilanci, dal 2013 al 2015. Rispettivamente per 20mila euro nel 2013, fino a crescere ai 56.404 euro nel 2014 e 133mila euro nel 2015. Soldi che avrebbero dovuto entrare come introiti dalla regolare vendita di farmaci, ma che non sono mai finiti nei libri contabili dell’Azienda speciale farmacia comunale. Certificando di fatto una distanza tra le spese sostenute per l’acquisto dei medicinali e i ricavi. Una vicenda delicata, mai salita agli onori della cronaca, ma per cui ci sarebbero due denunciati e, oggi, una richiesta inoltrata al Comune di Sant’Angelo di costituirsi parte civile contro gli eventuali responsabili. Il gruppo di opposizione “Sant’Angelo Nostra” - guidato in consiglio dal capogruppo Rosita Sali e dal consigliere Giuseppe Carlin - accende i riflettori sul “buco” da 211mila euro nei ricavi della farmacia comunale della città di Sant’Angelo. E chiede al Comune - in un incontro con la stampa - di attivarsi per avanzare richiesta di costituirsi come parte civile, con l’intento di recuperare quanto dovuto all’azienda pubblica. «È d’obbligo una premessa sull’attuale cda della farmacia comunale, che ha ereditato questa difficile situazione, ma sta dimostrando di saper lavorare con competenza, aumentando l’attenzione per i servizi sociali e inserendo un componente delle opposizioni nel cda - chiariscono i consiglieri, tornando poi sul tema all’ordine del giorno - : la magistratura farà il suo corso, accerterà le responsabilità penali e civili di chi ha recato gravi danni all’ente e all’immagine dell’amministrazione pubblica, ma noi crediamo che sia nostro compito tutelare gli interessi dei cittadini, che sono di fatto i proprietari di un’azienda pubblica». Da qui la scelta di inoltrare una prima mozione consiliare all’amministrazione nel mese di luglio, chiedendo che il Comune si costituisse parte civile, poi ritirata in novembre, durante il consiglio in cui era iscritta all’ordine del giorno perché i consiglieri ritenevano di aver bisogno di altri elementi. «La vicenda era emersa con il commissario straordinario, che aveva convocato i candidati sindaci prima delle elezioni, chiedendo però di mantenere il riserbo in campagna elettorale - spiegano ancora i consiglieri - : promessa che abbiamo rispettato, ma ora riteniamo che sia passato tempo a sufficienza e che i cittadini debbano essere informati. Dal Comune ci erano stati promessi aggiornamenti su una vicenda su cui sono stati coinvolti diversi legali, ma non abbiamo più ricevuto nulla. Tutto questo tergiversare è incomprensibile». I due consiglieri stanno meditando di ripresentare una mozione sul tema, ma sono disposti a fare anche di più. «Se il Comune dovesse decidere di non costituirsi parte civile in un eventuale processo - assicurano - chiederemo di poterlo fare noi come gruppo».
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