Traffico internazionale di droga, a Zelo e Cervignano le case dello “stoccaggio”

Individuate due abitazioni in cui la banda sgominata dalla Dda nascondeva lo stupefacente

Due appartamenti nell’Alto Lodigiano, uno a Zelo Buon Persico e l’altro a Cervignano, erano i “forzieri” della droga distribuita in tutta Italia, mentre in un ristorante a Peschiera vi era la base operativa per le attività di spaccio gestite da due imprenditori, di fatto i due “colonnelli” del deus ex machina dell’organizzazione criminale, il 41enne Andrea Deiana.

È quanto scaturito dall’inchiesta coordinata dal pm Silvia Bonardi della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Milano e svolta sul campo dalla squadra mobile della questura di Milano, che ha portato ventuno ordinanze di custodia in carcere, ̀tre ai domiciliari e sette obblighi di firma.

Un giro d’affari milionario con tentacoli allungati un po’ ovunque, specie nel Lodigiano, ma contatti col gotha dell’imprenditoria milanese. Con base in Olanda e traffici diretti dall’estero in Italia, grazie a una solida rete di corrieri attrezzati con auto modificate con doppi fondi per nascondere la droga. Semplicemente merce da piazzare per la “banda”, che per stoccarla utilizzava box e appartamenti a Santa Giulia, a Zelo Buon Persico e Cervignano d’Adda. Con l’obiettivo di ampliare i “magazzini”, «pigliando una villa a Milano, una villa vicino a Bergamo».

A Carimate, nel Comasco, c’era invece la «cucina» per produrre la ketamina.

Un sistema quasi perfetto, scardinato dall’azione della squadra mobile e dai primi scricchiolii con i primi sequestri, a partire dal blitz nell’agosto 2020 proprio a Cervignano dove sono stati trovati cento chili di sostanze stupefacenti. Una vera e propria centrale dello spaccio in casa scoperta a seguito della perquisizione degli agenti della sezione Anti-droga della squadra mobile della questura di Lodi ha messo alla luce un campionario di 70 chili di hascisc e 30 di ketamina. Si aggiunge il nuovo blitz dei giorni scorsi, a Zelo, dove sono stati trovati altri 350 grammi di cocaina e 24mila euro in contanti. Con due persone nel territorio della provincia di Lodi individuate e raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare. Quando uno dei corrieri finiva in carcere e veniva rilasciato nel giro di pochi giorni, uno dei due “colonnelli” da Peschiera si spingeva nel Lodigiano, per verificare di persona che non vi fossero “spifferi” alla polizia. Un castello che nonostante tutto è crollato dopo due anni di indagini.

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