Torna l’incubo dei gatti scomparsi

Scomparsi sei gatti a Bertonico. Dopo il giallo dei cani e gatti avvelenati poche settimane fa a Caselle Landi, nella Bassa è ancora mistero intorno alla scomparsa di sei felini a Bertonico, dove i gatti non fanno ritorno a casa dai primi giorni di gennaio.

«La mia gatta Pepé è uscita per il suo solito giretto di mezzora la mattina dell’8 gennaio, - ha raccontato Raffaella Stroppa - ma da quel momento non l’ho più vista». Raffaella l’ha cercata nelle campagne circostanti e per il paese ma di Pepé nessuna traccia. «L’avevo trovata un anno fa mentre si riscaldava vicino al motore della mia auto, - ha raccontato la Stroppa - aveva il pelo nero con due macchioline bianche, una sotto il mento e una sulla pancia: di certo le è accaduto qualcosa come alla gatta della mia vicina, ad altri due gattini di un’altra ragazza e un altro gatto semi-randagio». «Non è la prima volta che a Bertonico spariscono cani e gatti, - ha spiegato Raffaella - poi ritrovati morti, avvelenati o maltrattati».

Per ora però non sono stati rivenuti a Bertonico bocconi o esche avvelenati ma nemmeno i corpi degli amici animali. Il fatto che i gatti però non rientrino a casa da più di 20 giorni fa inevitabilmente pensare al peggio. Si tratta di felini domestici.

La scomparsa dei felini è stata puntualmente denunciata ai carabinieri della stazione di Castiglione d’Adda, al Garante degli Animali della Provincia di Lodi Emanuele Arensi e all’Associazione Amici Animali di Lodi. «Si sono mostrati tutti molto disponibili e li ringrazio, - ha continuato Raffella - trovo assurdo invece che ci siano ancora persone che maltrattano gli animali e li avvelenano e li fanno sparire».

Fenomeni invece piuttosto frequenti nel Basso Lodigiano: negli ultimi anni, a Somaglia, più volte le colonie feline sono state attaccate dai soliti ignoti; a Caselle Landi, poche settimane fa sono morti tre cani e quattro felini, e ora è toccato ai gatti domestici di ben cinque famiglie.

L’avvelenamento degli animali è un atto punito dal Codice penale con l’arresto fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro, nel caso in cui il fatto non costituisca reato grave; in caso di morte dell’animale, la pena può arrivare invece fino a 18 mesi di reclusione.

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