TAVAZZANO Il suo cane aggredì un’anziana: 29enne finisce a processo

Il drammatico episodio nel 2019, per la vittima gravi conseguenze fisiche

È stato chiamato a comparire a settembre davanti al Giudice di pace di Lodi, per l’ipotesi di lesioni gravi colpose, il 29enne proprietario del cane American staffordshire terrier, una razza derivata dal pit bull, che la sera del 29 novembre 2019 aveva morsicato più volte una 70enne a Tavazzano. La vittima era stata ricoverata in rianimazione per aver riportato una ferita a una gamba, con frattura del perone, e altri morsi al volto e al collo. Il cane, una femmina di sei anni, risulta fosse stata temporaneamente affidata dal proprietario a sua nonna. Che nella concitazione del momento avrebbe a sua volta rimediato una morsicatura a una gamba dall’animale. La vittima era una sua amica che era andata a trovarla a casa.

All’arrivo dei soccorsi sanitari, la settantenne era prima di conoscenza. Le cure erano durate sei mesi ed è rimasta un’invalidità biologica del 40%, i danni stimati dai medici legali si avvicinano ai 300mila euro. Visto l’accaduto i carabinieri avevano allertato anche il veterinario dell’Ats e il cane era stato portato in osservazione in un canile sanitario, quindi, con il consenso del proprietario, abbattuto perchè ritenuto pericoloso. La vittima, non appena si è parzialmente ripresa (tuttora deve camminare con stampella e girello e ha il viso sfregiato) ha sporto querela sia nei confronti del proprietario sia verso l’anziana che al momento era custode dell’animale. La Procura però ha prosciolto l’anziana e ha mandato a giudizio solo il 29enne proprietario.

La vittima non ha intenzione di costituirsi parte civile nel processo dal giudice di pace ma ha già tentato la mediazione. Il proprietario dell’Amstaff si è presentato ma la sua compagnia di assicurazioni no, rilevando che la polizza del padrone del cane non coprirebbe i casi in cui l’animale, come questa volta, fosse in custodia a persone non appartenenti al nucleo familiare convivente. La causa civile a questo punto appare destinata a proseguire innanzi al giudice, e la polizza, peraltro non obbligatoria ma attivata a suo tempo dal padrone del cane per senso di responsabilità, sembra che in realtà comprenda la clausola della copertura in caso dell’affidamento dell’animale a terzi. Nel caso di una condanna, peraltro del tutto eventuale visto che oggettivamente in quelle ore il cane era affidato a un’altra persona, e non incustodito, il proprietario dell’Amstaff rischia una pena dell’ordine dei sei mesi di reclusione. Se il giudice di pace invece ravvisasse responsabilità della nonna, affidataria, non si potrà comunque procedere perchè la Procura non ha perseguito l’anziana. Il proprietario rischia di trovarsi costretto a citare nel giudizio civile anche l’assicurazione che finora non ha risarcito, per andare a discutere della clausola sull’”affidamento” del cane assicurato.

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