Tasse locali, i soldi tornano sempre meno

I lodigiani versano tasse per oltre 3 miliardi di euro, ma ne ricevono da Roma 2,4 in trasferimenti e servizi:

l’ultima mazzata dal Fondo di solidarietà comunale

Sulla tassazione locale non tornano i conti. O meglio, non tornano i soldi: i lodigiani versano tasse per oltre 3 miliardi di euro, ma ne ricevono da Roma meno di 2,4 miliardi in trasferimenti e servizi. Lo certifica l'istituto regionale per la ricerca e la statistica Éupolis presentando i dati delle province Lombarde. E quasi a conferma di ciò a fine febbraio il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha firmato il decreto ministeriale riguardante il contributo dei comuni alla finanza pubblica: sono soldi della tassazione locale sugli immobili che non torneranno ai comuni, e rispetto all'anno scorso il taglio è aumentato del 40 per cento. Cifre importanti, pari a 563,4 milioni di euro complessivamente (per tutti gli 8mila comuni italiani, 658mila per i 61 lodigiani) ma che impallidiscono di fronte al prossimo taglio di trasferimenti già annunciato e pari a 1,2 miliardi di euro. Il riparto tra i singoli comuni di questo ultimo taglio non è ancora stato fissato, ma per i comuni il senso è chiaro: i trasferimenti saranno ridotti ulteriormente, e in maniera consistente.

Il residuo fiscale per il 2014, cioè la differenza tra tutte le tasse pagate e la spesa pubblica fornita sotto forma di trasferimenti o servizi, ammonta in regione Lombardia a 53 miliardi 855 milioni circa. Per il Lodigiano, vale 676 milioni 600mila euro circa: paghiamo 3 miliardi 71 milioni 400mila euro di tasse, e ricaviamo 2 miliardi 394mila 900mila euro circa di trasferimenti o servizi. «Sono soldi che sono il frutto del lavoro di tutti i lodigiani - commenta il consigliere regionale Pietro Foroni -. Sono dati che da soli parlano chiarissimo. Si tratta di cifre con le quali si potrebbero ridurre le imposte, aiutare imprese e famiglie in difficoltà oltre a garantire una pensione a tutti quei lavoratori esodati. Si pensi, ancora, che la tangenziale di Casale costerebbe 110 milioni di euro e la rotatoria della Faustina a Lodi 6 milioni. Con la conseguenza che con 150 milioni di euro in più all'anno, pari a meno di un quarto dell'intero residuo fiscale, il Lodigiano risolverebbe gran parte dei propri problemi infrastrutturali».

Intanto proprio in settimana è stato firmato il decreto per il contributo dei comuni alla finanza pubblica: al Lodigiano sono chiesti quasi 2,3 milioni di sacrificio, contro l’1,6 dell’anno precedente (+40,4%). Tecnicamente sono soldi legati alla tassazione locale degli immobili confuiti nel fondo di solidarietà comunale, l'ex fondo di perequazione: il contenitore per tentare di riequilibrare le disuguaglianze del gettito immobiliare tra città ricche e città povere. Lo Stato, però, a corto di quattrini, taglia le risorse da ripartire comune per comune. Se ad Abbadia Cerreto (meno di 300 abitanti) si tagliano meno di mille euro a Maccastorna (60 abitanti) se ne tagliano 2mila: il mancato trasferimento non è legato al numero di abitanti, ma al gettito della tassazione locale sugli immobili e quindi al valore stesso degli immobili.

La contribuzione maggiore è richiesta come prevedibile a Lodi, con 685mila euro, poi a Casale 161 mila euro, a Codogno 144mila euro e Sant'Angelo con 108mila euro. Questi tagli devono riflettersi necessariamente in riduzione di spesa corrente da parte dei comuni, non possono essere coperti con aumento delle entrate. In origine il decreto prevedeva l'obbligo che questi fondi fossero legati a una riduzione delle spese per beni e servizi, ma la Corte dei Conti si è pronunciato a favore dell'autonomia dei comuni di decidere dove agire (beni e servizi ma anche personale o qualsiasi altra riduzione di spesa corrente). Alla fine sono sempre tagli ai comuni.

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