Tabelloni elettorali mezzi vuoti nel Lodigiano: la campagna si sposta sui social

A Lodi spiccano i manifesti di Guerini, Meloni, Calenda e della Lega-Salvini

Spunta il volto di Guerini da una parte, quello della Meloni dall’altra. Ogni tanto sbuca Salvini e il suo “credo”, soprattutto negli ultimi giorni, e Calenda è presenza quasi fissa. Ma la maggior parte degli spazi sui tabelloni elettorali è desolatamente vuota. La politica ormai abbandona o trascura le affissioni, il futuro è nei social, e persino lo stesso Facebook è già vecchio per certi versi. Lo testimoniano lo sbarco di una vecchia volpe della comunicazione come Silvio Berlusconi direttamente su TikTok, lui quasi 86enne sulla piattaforma social per eccellenza dei giovani.

Di certo, in città e nei paesi i tabelloni con gli spazi elettorali sono più vuoti che pieni, anche se proprio negli ultimi giorni la tendenza sta un po’ cambiando, con l’avvicinarsi della data del voto, il prossimo 25 settembre. Di certo sono finiti i tempi di quando le affissioni erano la norma in campagna elettorale, con un’unica, lunga sequenza di facce, slogan e simboli a cercare di convincere gli elettori. E fa riflettere, se si pensa che i tabelloni elettorali sono comunque a carico della comunità (a Lodi, la fornitura dei tabelloni, insieme però all’allestimento dei seggi, vale 28mila euro). A cambiare le abitudini della campagna elettorale, però, è stata anche la data del voto, anomali rispetto alla tradizione. L’effetto più evidente è stata la concentrazione. Perso agosto nella definizione, anch’essa di corsa, delle candidature, la campagna vera e propria è entrata nel vivo solo a settembre.

Il Pd lodigiano ha sfruttato la programmata Festa dell’Unità di fine agosto per cominciare a lanciare la campagna, la Lega utilizza il raduno di Pontida di domani, già programmato anch’esso, come momento per l’ultimo slancio (due gli autobus in partenza da Lodi). Gli altri partiti si sono organizzati in modo alternativo. Fratelli d’Italia ha puntato molto sulla presenza dei candidati ai mercati e in piazza la domenica mattina, vecchia formula mai passata del tutto di moda, ma anche i tradizionali gazebo e i banchetti sono stati molto meno dei soliti. A farla da padrona restano i social, Facebook e Instagram per ora, che restano anche gli unici su cui è consentita la sponsorizzazione di annunci di carattere politico. Secondo un’analisi di Wired pubblicata il 6 settembre chi spende di più in post politici sponsorizzati è la Lega, a ruota il Pd e poi Fratelli d’Italia, mentre il Movimento 5 Stelle addirittura non ha speso un euro, affidandosi solo ai post gratuiti dei diversi profili. Già, perché oltre alla pubblicità elettorale aperta, ci sono poi i post gratuiti. Tutto un altro mondo rispetto alle vecchie affissioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA