Svelati i nomi dei lodigiani che verranno insigniti del Premio Barbarossa

Emilio Bajetta, Valerio Manfrini e Cristina Zucchetti, sono questi i nomi dei tre lodigiani che il prossimo 16 aprile saranno insigniti del Premio Barbarossa 2011. Si tratta di tre personalità notissime e strettamente legate al territorio del Lodigiano, pur se in campi diversi: la scienza, la politica e l’imprenditoria.

La cerimonia si svolgerà nel tardo pomeriggio di sabato 16 aprile, alle ore 18 presso la sala dei Comuni della Provincia di Lodi, in via Fanfulla 12. Gli inviti sono stati diramati da Laura De Mattè Premoli presidente dell’associazione “Poesia, la vita” e da Pietro Foroni presidente della Provincia di Lodi, mentre il coordinamento è affidato al direttore Cittadino Ferruccio Pallavera.

Emilio Bajetta, oncologo lodigiano di nascita, milanese d’adozione e residente a Cerro, ha fatto della lotta al cancro e della prevenzione una ragione di vita oltre che una professione. Dallo scorso settembre è il direttore dell’Istituto di oncologia del Policlinico di Monza.

Valerio Manfrini è nato a Lodi il 3 maggio 1925. Numerosi gli impegni a livello ecclesiale e lodigiano che lo hanno visto protagonista, altrettanto numerose le cariche di pubblico amministratore. Dal 1970 al 1975 Manfrini è stato sindaco di Lodi, dal 1971 al 1977 consigliere nel direttivo del Consorzio del Lodigiano, dal 1982 al 1986 è vicepresidente del Consorzio del Lodigiano. Tutti questi anni si riveleranno cruciali per gettare le basi per quella che diventerà poi l’attuale provincia di Lodi.

Cristina Zucchetti è presidente del Gruppo Zucchetti, azienda lodigiana specializzata in software. L’importante realtà imprenditoriale, nata oltre 30 anni fa da un’intuizione di Domenico Zucchetti, oggi è guidata appunto dalla figlia Cristina, che recentemente ha fatto il suo ingresso nel consiglio di sorveglianza del Banco Popolare.

Il Premio Barbarossa è nato nel 2008 e raggiunge quest’anno la sua quarta edizione; l’iniziativa è assunta dall’associazione “Poesia, la vita”, la stessa che ha costituito il Centro studi “Ada Negri” presso il quale si trovano depositati migliaia di documenti della nota poetessa lodigiana.

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