Spese a sorpresa sui contiFiorani condannato a Pisa

Due anni e 700 euro di multa per Gianpiero Fiorani, Paolo Landi e Alessandro Leo, nella veste rispettivamente di amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, direttore centrale affari commerciali del gruppo e di direttore generale della Cassa di risparmio di Pisa; un anno e otto mesi, e 550 euro di multa, per Pierfrancesco Pacini, Vincenzo Littara, Giovanni Biondi e Federigo Federighi, componenti del cda della Caripisa all’epoca dei fatti contestati, nel dicembre del 2004: questo il verdetto pronunciato ieri pomeriggio dal giudice monocratico di Pisa Luca Salutini per l’ipotesi di appropriazione indebita nata dalla contestazione di spese “a sorpresa” sui circa 60mila conti correnti dell’istituto pisano, da poco acquisito, all’epoca dal gruppo Bpl.

La pena non è sospesa, anche se quasi tutti gli imputati potranno beneficiare dell’indulto, e non è stata contestata l’aggravante dell’ingente danno patrimoniale, perché se è vero, per la procura pisana, che l’aumento delle spese di tenuta conto addebitate al 31 dicembre 2004 avrebbe portato nelle casse pisane circa 2 milioni e 300mila euro in più, nella stessa contestazione del pm risulta che gli addebiti imprevisti erano compresi tra i 10 e i 300 euro per ciascun deposito. E nessuno si è costituito parte civile.

Le motivazioni saranno depositate nel termine record di soli 15 giorni. «Le attendiamo, ma faremo sicuramente appello - chiarisce l’avvocato Michele Apicella di Lodi, difensore di Fiorani in questo processo -. È chiaramente emerso che, contrariamente a quanto contestato dalla procura, non si è trattato di addebiti a pioggia ma di aumenti chiaramente segnalati ai clienti e motivati con regole uguali per tutti, in base ai servizi di cui avevano usufruito nel corso dell’anno. Bankitalia non ha sanzionato la procedura, nata proprio su sua indicazione per allineare i costi in tutto il gruppo. Anche quando il Banco Popolare ha assunto il controllo della Lodi ha ritoccato i costi dei conti correnti, ma non mi risulta che qualcuno abbia ipotizzato reati in questa che è una normale operazione commerciale. Il cliente insoddisfatto ha il diritto di recesso, di cambiare banca».

I fatti risalgono a sei anni fa e la prescrizione per l’appropriazione indebita è di sette anni e mezzo: tra appello e cassazione, la condanna in primo grado potrebbe rimanere “virtuale”. Per un’accusa simile a Lucca Fiorani aveva patteggiato 7.340 euro di multa ma il tribunale di Pisa gli ha poi negato, nel maggio del 2009, la possibilità di patteggiare in continuazione.

L’ex Ad ha già usufruito di tutti e tre gli anni di indulto con il patteggiamento allargato per il filone principale di Antonveneta a Milano e ora il problema principale sono i 3 anni e 6 mesi per falso in bilancio inflitti dal tribunale di Lodi e confermati in appello, impugnati però in Cassazione e relativi a fatti conclusi nell’estate del 2005. Per la scalata a Unipol Fiorani ha pagato 18mila euro di multa, mentre lo coinvolgono ancora i processi per il crack Parmatour e per la bancarotta Hdc a Milano, oltre a un’ipotesi di processo bis per Unipol a Roma. «Contano solo le pene definitive - taglia corto l’avvocato Apicella -. E alcuni verdetti davvero non li condivido».

Gianpiero Fiorani è stato condannato a 2 anni di carcere per le spese indebite caricate sui conti correnti dei clienti della Cassa di risparmio di Pisa

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