Sparatoria a Miradolo, due morti

(9 gennaio) Miradolo si è svegliato attonito questa mattina, il piccolo paese non riesce ancora a rendersi conto di quello che è successo ieri nelle sue strade (già funestate in passato da episodi tragici), di quel dramma incomprensibile che in pochi minuti di folle gelosia ha concluso la vita di due uomini: Fabio Facchini e il suo killer Domenico Siviglia, che dopo l’omicidio si è tolto la vita. Un omicidio-suicidio avvenuto sotto lo sguardo impotente di Marinella Locatelli, medico dentista di Lodi Vecchio, che ha visto cadere sotto i colpi di pistola prima il suo socio e poi il suo fidanzato. Oggi, per Lodi Vecchio, è il giorno del silenzio, come per gli altri centri del Lodigiano e del Sudmilano uniti attraverso i chilometri dal filo nero del lutto: Cerro, dove viveva Fabio Facchini, e Melegnano, dove lavorava Domenico Siviglia. Intanto le forze dell'ordine continuano le indagini per fare chiarezza su quanto è accaduto.

Sul “Cittadino” di mercoledì 9 gennaio il servizio completo con due pagine dedicate alla tragedia

(8 gennaio) L’odontotecnico Fabio Facchini, 47 anni di Cerro al Lambro, è morto ammazzato dalla gelosia sotto i colpi di un’arma da fuoco. È successo ieri sera, intorno alle 20.30, al civico 63 di via Garibaldi, a Miradolo Terme, nel cortile dello studio dentistico Sichidental Sas.

L’uomo, che era titolare anche dell’omonima società a San Giuliano Milanese e Salerano sul Lambro, sposato e con una figlia, stava uscendo dallo studio dentistico in compagnia della sua assistente di poltrona, iscritta all’ordine degli odontoiatri di Lodi. È stato allora che è stato ammazzato da Domenico Siviglia, 44 anni, che lavorava come venditore presso un autosalone di Melegnano (Castelli Auto) ed era fidanzato della donna. Siviglia, pare accecato dalla gelosia, ha sparato in faccia all’odontotecnico e poi si è ammazzato.

Subito è scattata l’allerta ai carabinieri, ma unica testimone dei fatti è stata la fidanzata di Siviglia.

Sul posto i carabinieri hanno trovato due pistole, una calibro 45 e una 7.65. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, entrambe le armi sarebbero state utilizzate da Siviglia per portare a termine il suo progetto. La prima è la pistola che ha utilizzato per sparare, forse con tre colpi, a quello che considerava il suo “rivale” in amore. La seconda è quella che gli è servita per togliersi la vita. L’omicida, che risulta residente a Milano, infatti, non ha resistito alla gelosia. L’inchiesta è al momento condotta dal colonnello dei carabinieri Giancarlo Sangiuliano, che ha raccolto la testimonianza dell’assistente alla poltrona. Sul posto sono intervenuti immediatamente anche i mezzi del 118 di Lodi e Pavia, guidato dal medico Maurizio Raimondi. Il dottore e gli operatori in servizio però non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dei due uomini.

Quando le forze dell’ordine e gli operatori del soccorso si sono presentati sul luogo del delitto, si sono trovati di fronte una scena agghiacciante. Facchini giaceva a terra a pancia in giù, insieme al suo omicida, sotto gli occhi terrorizzati della donna. Sul luogo del delitto, dove nel frattempo si è radunata una piccola folla, sono arrivate anche la moglie e la figlia di Facchini, completamente sotto choc. Presente pure il sindaco di Miradolo, Gianpaolo Troielli, da cui sono arrivate parole di cordoglio.

Continuano le indagini delle forze dell’ordine per fare chiarezza sull’omicidio-suicidio in cui hanno perso la vita di Fabio Facchini di Cerro e Domenico Siviglia, che lavorava a Melegnano, sotto lo sguardo impotente di Marinella Locatelli, di Lodi Vecchio che ha raccontato la tragedia al «Cittadino»

© RIPRODUZIONE RISERVATA