Solo offerte “speculative” per l’Akzo

Respinte le proposte di diverse immobiliari interessate all’area

Solo offerte di carattere speculativo, finora, per l’area Akzo Nobel di Fombio, ma l’azienda ha detto di “no” per tenere fede all’impegno preso con i sindacati al fine di reindustrializzare il sito produttivo. È quanto emerso nel breve incontro che si è tenuto lunedì in Assolombarda a Lodi tra i rappresentanti della multinazionale e i sindacati per fare il punto della situazione a distanza di otto mesi dalla chiusura ufficiale della fabbrica di Fombio.

A quanto si è appreso, finora c’è stata una sola manifestazione d’interesse per l’area da parte di un’azienda, un tentativo sfumato prima di chiudere qualsiasi accordo, mentre diverse sarebbero state le mire di imprenditori disposti a riconvertire l’area da industriale a residenziale, per realizzarvi operazioni di carattere speculativo. Tra le altre, poi, ci sarebbe stata la proposta anche per l’installazione di un parco fotovoltaico a terra, mantenendo quindi la vocazione produttiva della zona ma con un cambio radicale d’attività, da quella industriale a quella dei servizi, a basso numero di manodopera. «L’azienda non si è espressa chiaramente, ma ha lasciato intendere che ci sono stati degli abboccamenti con imprenditori che erano interessati all’area a fini speculativi - dicono Giampiero Bernazzani della Cisl e Francesco Cisarri della Cigl -. Tuttavia, e questo è il dato più importante e che lascia ben sperare, la multinazionale ha detto di no per tener fede all’accordo dell’anno scorso a proposito della reindustrializzazione del sito. Al momento non c’è alcuna intenzione di lasciare l’area agli speculatori, nell’attesa di qualche proposta per un nuovo insediamento produttivo. E proprio per questo la bonifica dell’area prosegue spedita». Accanto all’aspetto di reindustrializzazione, poi, l’altra vicenda a cui i sindacati guardano con attenzione è quella del ricollocamento dei lavoratori in cassa integrazione. Il primo obiettivo era quello di sistemare almeno 45 dipendenti sul totale di 155, al fine di poter accedere al secondo anno di cassa, e l’obiettivo di fatto è già stato raggiunto con quattro mesi d’anticipo: a oggi sono infatti 51 i lavoratori usciti dalla cassa integrazione e ricollocati in altre aziende o che comunque hanno aderito alla mobilità volontaria, con l’incentivo da 50mila euro. Una ventina di lavoratori hanno lasciato momentaneamente la cassa integrazione in distacco temporaneo perché assunti con contratti a tempo determinato presso altre aziende, mentre un’altra ventina di cassintegrati dovrebbero poter essere accompagnati alla pensione attraverso il percorso del secondo anno di cassa e di tre anni di mobilità. «Abbiamo chiesto alla società che si occupa del ricollocamento per conto di Akzo Nobel di riprendere con vigore l’attività e di tenerci informati costantemente - concludono i sindacalisti -. Se poi andasse in porto la reindustrializzazione dell’area, a quel punto l’accordo di un anno fa avrebbe davvero raggiunto tutti i suoi obiettivi».

Andrea Bagatta

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