Solidarietà alla Giannoni, rinnovo vicino

L’azienda “apre” a un secondo anno del contratto anticrisi

Si va verso il rinnovo del contratto di solidarietà alla Giannoni di Marudo, storica azienda metalmeccanica che produce scambiatori di calore per le caldaie a uso domestico. È questo l’esito del confronto di ieri pomeriggio (durato circa due ore) tra i vertici della ditta di Marudo e i sindacati del comparto metalmeccanico, coadiuvati dalle rappresentanze sindacale interne. Durante il vertice i responsabili della Giannoni hanno fatto il punto sugli attuali livelli produttivi e sugli effetti della crisi economica, che continuano a farsi sentire. In particolare la situazione di stallo nel settore edile (non solo in Italia) continua a frenare l’installazione di nuove caldaie e dunque la produzione di nuovi pezzi. Stante il quadro attuale, dunque, la Giannoni ha confermato l’esistenza di una novantina di esuberi sugli attuali 181 lavoratori del polo di Marudo (G2 e G3). Ma al tempo stesso, su richiesta dei sindacati, l’azienda si è detta disponibile a esaminare l’ipotesi di rinnovare, per un altro anno, il contratto di solidarietà applicato ai 181 dipendenti. Contratto già varato nel 2011 e che scade nel prossimo mese di marzo. Il contratto di solidarietà (la cui traduzione pratica significa “lavorare meno, lavorare tutti”), prevede il “fermo” a turno dei lavoratori e una contrazione del salario, che l’azienda si impegna però ad anticipare.

L’accordo sul secondo anno di contratto di solidarietà non è ancora stato raggiunto, ma ieri i rappresentanti di Fiom Cgil e Fim Cisl hanno sottolineato come l’azienda non abbia posto chiusure a questa ipotesi, anche nell’ottica di minimizzare le ricadute sociali, stante il momento di difficoltà economica generalizzata. Il prossimo 10 febbraio è prevista un’assemblea fra i sindacati e i lavoratori, per arrivare poi a un nuovo incontro con l’azienda (verosimilmente all’inizio di marzo) per verificare la possibilità concreta di firmare l’accordo sulla solidarietà. L’apertura di ieri da parte dei responsabili della Giannoni rappresenta un punto di partenza significativo, anche se, sempre ieri, è stata ribadita la presenza di esuberi strutturali. Una questione che però, attraverso il contratto di solidarietà, potrebbe quantomeno essere posticipata di un anno circa.

«Vista la crisi e le caratteristiche della Giannoni, realtà molto radicata nel territorio, abbiamo sensibilizzato l’azienda a un ulteriore anno di applicazione del contratto di solidarietà, scelta che comunque dovrà essere presa dalla ditta - ha detto Laura Zangara, segretario provinciale Fim Cisl -; la Giannoni per il momento non si è chiusa a riccio. Ora affronteremo il tema con i lavoratori, tenuto conto che comunque è stata confermata l’esistenza di una novantina di esuberi strutturali». «Quello di ieri è stato il primo incontro - ha affermato invece Giovanni Ranzini, rappresentante Fiom Cgil - abbiamo ipotizzato la proroga del contratto di solidarietà e da parte dell’azienda non c’è stata una chiusura. Ora lavoreremo a questa ipotesi, fermo restando che la Giannoni ha segnalato che le difficoltà non sono ancora rientrate».

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