Si rinnova l’amore tra Lodi e l’Adda

Serata grama per le zanzare lodigiane: l’attesa scorpacciata di piastrine si è rivelata una missione impossibile, e solo quelle con il raffreddore sono riuscite a mettere qualcosa in pancia, volando a naso chiuso tra i fumi della citronella. E dire che di braccia da punzecchiare ce n’erano parecchie, sabato sera, sul Lungo Adda Bonaparte, per l’esattezza 848, due per ogni partecipante alla tradizionale cena sul fiume promossa dalle associazioni Viviamo insieme il nostro quartiere e Num del Burg.

Una serata resa ancora più piacevole dall’assenza di ronzanti commensali, tenuti alla larga da una tempestiva campagna di disinfestazione che ha sfatato il mito secondo il quale, di sera, sull’Adda è impossibile stare: non solo ci si può stare, ma ci si sta benissimo, o almeno questa è l’opinione condivisa dalle oltre quattrocento persone che hanno trascorso la serata fra chiacchiere, musica (quella sudamericana scelta dai dj di Radio Lodi) e soprattutto buona cucina. Nel menù ideato dalla gastronomia Favini e Leccardi, un poker di antipasti, un primo, due secondi e uno squisito dessert, il tutto accompagnato da freschi sorsi di bonarda e pinot nero. «A me è piaciuto tanto il risotto alla lodigiana, sembrava quello della nonna» e se a dirlo è Domenico, professore siciliano, vuol dire che la qualità era davvero eccellente.

Ma al di là del suo valore gastronomico, la cena sul fiume ha sempre rappresentato un momento di condivisione sociale, un modo per valorizzare un luogo altrimenti poco frequentato, soprattutto la sera. È questo il motivo per cui, cinque anni fa, è nata questa iniziativa: «Per far rivivere la città bassa e le relazioni fra i suoi abitanti», come ha detto l’assessore alle politiche sociali Silvana Cesani in un breve discorso tra il roastbeef e il gelato, serviti ai sessanta tavoli schierati sul Lungo Adda da una squadra di quindici camerieri volontari. «Il loro contributo rappresenta il valore aggiunto di questa edizione della cena sul fiume - ha detto Nino Bonaldi, presidente di Viviamo insieme il nostro quartiere -. Alcuni di essi fanno parte della comunità Oceano, altri sono legati alle tante associazioni lodigiane che lavorano con gli stranieri, altri ancora sono giovani rifugiati o detenuti della Casa circondariale, senza dimenticare i ragazzi della comunità Il Pellicano, che hanno provveduto al trasporto di tavoli e sedie. A loro va il nostro grazie, non solo perchè ci hanno permesso di gustare questa buonissima cena, ma anche perchè ci hanno aiutato a dimostrare che per amore del proprio quartiere anche le realtà più diverse possono lavorare assieme».

E di lavoro ne hanno fatto tanto: presenti sul posto fin dalla mattina, hanno steso le tovaglie messe a disposizione dalla ditta Top Parties, disposto con cura i centrotavola floreali, allineato posate e organizzato il servizio, in modo da servire tempestivamente ogni portata prima che diventasse fredda. Mica uno scherzo dato l’elevato numero di commensali, eppure tutto si è svolto con ordine, in un’atmosfera rilassata e conviviale: nonni seduti e bambini in girotondo, cani sotto al tavolo, note di lambada, profumo d’estate misto a citronella, voce di cascata a rinfrescare la notte e, soprattutto, nessuna zanzara in circolazione.

Silvia Canevara

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