Sgominata una gang rumena, l’inchiesta arriva anche nel Lodigiano

Sequestrata a Sant’Angelo un’auto di grossa cilindrata

È arrivata sino a Sant’Angelo, con l’emissione di un provvedimento restrittivo e il sequestro di un’auto di grande valore, l’operazione condotta dalla squadra mobile di Perugia e dal Gico del nucleo di polizia economico finanziaria, con il supporto delle squadre mobili e guardia di finanza dei territori coinvolti e il reparto Prevenzione Crimine Lombardia della Polizia di Stato, che ha portato nella mattinata di ieri all’esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emesse dal Giudice per le indagini preliminari del capoluogo umbro. Due in carcere e tre agli arresti domiciliari, tutte di nazionalità rumena, le persone colpite dal provvedimento, a cui si aggiunge un sequestro preventivo, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, truffa ai danni dello Stato e indebita percezione del reddito di cittadinanza (sei invece i rumeni irreperibili con le ricerche che si estenderanno anche all’estero). Perugia, ma anche Roma, Napoli, Milano, Pavia, Fermo, Mantova e appunto Lodi le province su cui si è estesa l’attività di indagine ed investigativa che ha preso il via nell’agosto del 2020 dopo la denuncia ricevuta dalla questura del capoluogo umbro per un tentativo di estorsione da parte di tre rumeni nei confronti di un cittadino italiano. Quest’ultimo era divenuto il bersaglio del trio, che lo aveva minacciato di morte e preteso la restituzione di 3 mila euro, dopo che si era appropriato di 900 euro trovata in un borsello all’esterno di un’abitazione privata dopo l’incontro con una donna. Da lì il via agli accertamenti, con la scoperta di un sodalizio composto da uomini e donne provenienti dalla regione Slatina, nell’area meridionale della Romania, “specializzato” nello sfruttamento della prostituzione. Giovani donne della medesima nazionalità, legate sentimentalmente ai loro futuri aguzzini che gli permettevano così di entrare nel territorio italiano obbligandole poi a prostituirsi con la forza sia lungo alcune delle principali direttrici di Perugia sia via web con incontri in case private prese in affitto (con violenze se non venivano raccolti guadagni sufficienti). Controlli però estesi anche al patrimonio dei coinvolti: senza alcun reddito, a loro disposizione era innegabile un’elevata disponibilità economica tra auto di lusso e proprietà in Romania. Beneficiari del reddito di cittadinanza, avevano già ottenuto circa 22 mila euro. Il Gip, all’esito delle indagini, ha quindi disposto il sequestro di tutti i beni degli indagati per ripristinare il danno erariale, tra cui otto auto, per un valore di 256 mila euro. E proprio una di queste auto è stata rinvenuta a Sant’Angelo, a disposizione di un cittadino sempre di nazionalità rumena, colpito dal provvedimento restrittivo dalla questura di Lodi.

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