«Sfregio nel cuore di Metanopoli»

Il complesso commerciale è stato devastato da vandali e graffitari e il retro somiglia a una discarica,

in municipio si sta pensando a un piano di rilencio

«Poco decoro in via Alfonsine». Sono i residenti della zona di San Donato Milanese a lanciare l’allarme con una serie di foto in cui si notano a colpo d’occhio i muri del complesso che ospita gli storici negozi quasi completamente ricoperti da scritte e disegni realizzati con le bombolette spray. Non solo. Viene ancora fatto notare che manca una rampa di accesso per raggiungere le attività commerciali, mentre altre lamentele sono puntate sul retro, dedicato ai rifiuti dove, in assenza di altri spazi, i negozianti della zona depositano da sempre la spazzatura, approfittando del tratto che si estende in prossimità delle uscite secondarie.

Se in passato il problema era quindi legato a un manipolo di teppisti che negli anni scorsi ha più volte dato filo da torcere agli operatori economici del complesso di Metanopoli, adesso i segnali critici riguardano le condizioni in cui versa l’importante punto di riferimento per il quartiere che fa parte della tradizione del territorio. Dal Comune viene chiarito che per quanto concerne gli imbrattamenti a opera di writers spetterà ai privati l’onere di imbiancare la facciata. Per il resto, l’assessore con delega all’ambiente Andrea Battocchio, spiega: «Noi come Comune siamo già intervenuti per sistemare e ripulire la siepe sul retro, dove si erano formati rovi spontanei, con una serie di opere che hanno ripristinato un clima di ordine». Mentre per quanto riguarda il delicato tema dei rifiuti l’esponente dell’esecutivo di centro sinistra fa presente: «Da sempre i commercianti devono utilizzare la parte sul retro, in quanto non esistono altre alternative, ma per il futuro si può pensare a delimitare l’area dedicata agli scarti con un recinto, a vantaggio indubbiamente dell’estetica e dell’ordine». A tal riguardo, aggiunge: «Si tratta di una miglioria indubbiamente utile che andrebbe però assunta nell’ambito di un progetto di sistemazione complessiva, che significherebbe ampliare gli spazi in prossimità degli ingressi principali dei negozi: in quel contesto si potrebbe pensare anche alla rampa per disabili e a una serie di altre soluzioni tese a riqualificare l’area». Sembra che ci sia già anche un disegno con alcune proposte di cambiamento messe nero su bianco. Ma il problema principale riguarda le risorse necessarie a dare seguito alle prospettive sulla carta, che dovrebbero vedere comune e negozianti alleati, ognuno per fare la propria parte, tenendo conto che la principale quota dell’area è comunque privata. Molti negozianti dopo una lunga esperienza maturata nello stesso indirizzo negli ultimi anni hanno acquistato i locali dall’Eni che ha bandito una serie di aste per la dismissione degli immobili. Ma a questo punto, se i cittadini reclamano manutenzione, resta il problema che la manutenzione costa.

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