“Semafolli”, nessun risarcimento

Gli automobilisti multati dai “T-red” di Spino d’Adda e di Paullo non possono costituirsi parte civile contro gli imputati, 33 in totale, dell’inchiesta della procura della Repubblica di Milano che ipotizza illeciti contro la pubblica amministrazione in relazione all’installazione, in 35 comuni, delle telecamere che automaticamente permettevano di multare chi impegnava l’incrocio con il rosso. Telecamere che nel 2008 erano state sequestrate dalla guardia di finanza.

Ieri a Milano si è aperta l’udienza preliminare: il gup ha accolto un centinaio di costituzioni di parte civile di automobilisti, quasi tutti di Segrate e di Pioltello, quelli sanzionati dagli impianti posti dall’amministrazione di Segrate sulla Cassanese. Proprio da questo Comune, a seguito di un esposto dell’avvocato milanese Francesca Maria Fuso, era scattata l’indagine: «A Segrate la procura ipotizza che ci sia stato abuso d’ufficio - spiega il legale - e questo pone anche gli automobilisti multati nella posizione di parti offese. A Spino e a Paullo, invece, l’ipotesi di reato è di turbativa d’asta, che ipotizza una lesione dell’interesse generale dello Stato, non di singoli cittadini». Così i 73 che si sono fatti avanti non sono stati ammessi nel processo. Anche l’associazione Codacons è stata ammessa come parte civile e il presidente Marco Donzelli invita altri automobilisti, in particolare chi sta ricevendo ora cartelle da 500 euro per multe prese nel 2006 ai T-red di Segrate, a chiedere di costituirsi prima che si apra il processo.

L’udienza preliminare proseguirà il 22 dicembre e il 27 e il 28 febbraio, quando il gup disporrà gli eventuali rinvii a giudizio. Ieri hanno cominciato a parlare i difensori degli imputati: per Gaetano Papagni, comandante della polizia locale di Spino d’Adda, l’avvocato Luca Ricci di Monza spiega: «Gli si contesta di aver consapevolmente gestito l’appalto per il T-red in modo tale che venisse vinto da una delle ditte che facevano “cartello”. Peccato che, è agli atti, ne abbia invitate anche altre. Secondo me il comandante sarà prosciolto a breve. Altrimenti chiederemo che il processo si faccia a Crema». In udienza anche l’ex sindaco di Spino Costantino Rancati, anche lui indagato. Toccherà poi ai difensori di Stefano Papalia, comandante della polizia locale di Paullo (che si è affidato allo studio dell’avvocato Giuliano Pisapia, ora sindaco di Milano) e degli altri imputati tra i quali Andrea Marzatico, responsabile area tecnica del comune di Somaglia dove, tra l’altro, il T-red non era nemmeno mai stato installato.

La procura di Milano, dopo aver acquisito tutti i contratti sottoscritto con i Comuni dalla CiTiEsse di Rovellasca (Como) e da altre due ditte, ritenute dal pm Alfredo Robledo colluse per presentare offerte concordate e quindi pilotare aggiudicazione e prezzo, si era spinta ad acquisire documentazione in tutti gli enti locali che avevano effettuato gare per installate T-red. Sullo sfondo anche ipotesi di difformità tecniche degli apparecchi e di affidamento di dati personali degli automobilisti a soggetti terzi, in violazione della privacy. Ma dai comuni di Spino, Paullo e Somaglia si sono sempre tutti detti tranquilli.

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