Scuola: laurea per gli assistenti, ma la paga oraria è di 8 euro lordi

Sindacati preoccupati per il nuovo capitolato d’appalto “al ribasso”

I lavoratori dell’assistenza educativa scolastica ai bambini e ragazzi disabili devono essere laureati, ma sono retribuiti a 8 euro lordi l’ora, e non sono pagati in caso di assenza dell’utente. Il nuovo capitolato d’appalto per i servizi d’assistenza educativa scolastica appena emanato dall’Azienda Consortile di Servizi alla Persona di Lodi per quasi 50 comuni del Lodigiano preoccupa i sindacati. «Sono 400 lavoratori chiaramente sottopagati e senza garanzie, che ora rischiano un ulteriore compressione dei loro diritti» commenta Giovanni Bricchi della FP Cgil.

Il nuovo capitolato d’appalto del Consorzio per l’appalto alle cooperative prevede un incremento rispetto al costo 2017 di 1,20 euro ma il rinnovo contrattuale delle cooperative sociali subentrato l’anno scorso riconosce un aumento del costo del lavoro di 1,29 euro, quindi rimane sostanzialmente inalterato il margine delle cooperative, anzi si riduce sia pur di poco. Inoltre, il nuovo capitolato stabilisce che in caso di assenza del bambino assistito sarà pagata solo la prima giornata di lavoro, per un totale di 10 giornate per anno scolastico. Le altre giornate il lavoratore, in stragrande maggioranza le lavoratrici, non sarà pagato. «E pensare che il Consorzio storicamente è quello con il capitolato più vantaggioso – spiega Bricchi -. A breve andranno a rinnovo anche gli appalti dell’Asp Basso Lodigiano e dell’Azienda Speciale di Casale, e il timore molto concreto è che anche questi enti andranno nella stessa direzione di compressione ulteriore della retribuzione e dei diritti dei lavoratori».

Di norma questi lavoratori, circa 400 nel Lodigiano, sono assunti a tempo indeterminato part-time, difficilmente riescono a guadagnare più di 800 euro al mese, e con periodi estivi di aspettativa non retribuita. «Alla fine, prendono circa 8 o 9 euro lordi all’ora, hanno lo stesso livello riconosciuto agli Os nelle case di riposo – conclude Bricchi -. E al tempo stesso è richiesta loro la laurea per lavorare, e dovrebbero prendersi cura dei più fragili. Il sistema non funziona, i lavoratori non possono pagare per tutti per dare un servizio essenziale a tante famiglie lodigiane».

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