Santo Stefano, il Comune pronto a chiedere
i danni al suo ex sindaco Lodigiani

Al via anche l'azione legale per gli immobili sequestrati

Il Comune di Santo Stefano Lodigiano, su delibera del commissario straordinario Sara Morrone, è pronto a chiedere i danni al suo ex sindaco Massimiliano Lodigiani e a tutti gli altri indagati che dovessero risultare colpevoli dei reati contestati dalla procura di Lodi e dalla Guardia di finanza a seguito dell’inchiesta sulle eredità che la pubblica accusa ritiene fossero state “dirottate”, a favore di privati ma anche del municipio stesso, arrivando alla falsificazione di documenti piuttosto che al condizionamento di persone in difficoltà.Il commissario prefettizio ha incaricato l’avvocato Carlo Andena di Lodi, noto amministrativista, sia per la “difesa dell’ente, parte lesa”, sia per presentare istanza di dissequestro del denaro, 292.793,77 euro, e degli immobili (8 terreni in San Fiorano e 4 fabbricati in Santo Stefano), che la Procura aveva sottoposto a sequestro preventivo il 10 giugno scorso, quando anche Lodigiani - che già in passato aveva ricevuto un avviso di garanzia - era stato messo agli arresti “domiciliari”. Gli immobili appartengono al patrimonio comunale ma secondo la pubblica accusa sono provento di un reato, in quanto passati all’ente per effetto di alterazioni illecite sulle ultime volontà di anziani, e quindi la procura ha deciso di vincolarli in attesa del giudizio, anche a garanzia degli eredi legittimi che risultassero defraudati dai testamenti pilotati.

La decisione del Comune di entrare nel giudizio, anche in vista di una costituzione di parte civile, viene presentata come un «atto dovuto» in municipio, e non come una contrapposizione al sequestro ottenuto dalla procura. Sta di fatto che proprio questa mattina in tribunale a Lodi si discute il riesame nel quale l’avvocato del Comune chiederà al giudice di restituire al possesso del municipio la somma e gli immobili.

La procura ribadisce di aver messo sotto vincolo beni comunali individuandoli con l’accortezza di non rischiare di intralciare l’operatività finanziaria del Comune, sta di fatto che, nella stessa giornata dell’incarico all’avvocato, il commissario prefettizio ha anche deliberato un elenco di somme impignorabili, arrivando a 507mila euro, quali quelle necessarie per il pagamento per diversi mesi di stipendi, mutui e servizi pubblici indispensabili.

Anche questo è un atto dovuto, ma intrapreso in un momento in cui c’è di un rischio concreto che gli eredi o altre persone potenzialmente danneggiate da reati i cui proventi sembrano essere stati dirottati anche a favore del Comune possano muoversi in autonomia rispetto al procedimento penale e pignorare risorse del municipio.

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