SANT’ANGELO Stop al servizio mensa scolastica per chi non salda i conti arretrati

Linea dura del Comune, “Voltiamo Pagina” propone «tariffe in base al reddito»

«Serve un sistema di pagamento per la mensa che tenga conto di differenti fasce di reddito. La scuola va resa più equa». Per non rischiare di lasciare indietro nessuno e non togliere possibilità a chi ha differenti condizioni economiche. Arriva dal gruppo politico “Voltiamo Pagina” l’appello a Palazzo Delmati sul costo del buono pasto per accedere alla mensa scolastica. Una tariffa fissa a 4,50 euro per i residenti, mentre per i non residenti è prevista una maggiorazione di 50 centesimi fino ai 5 euro. Lo spunto per l’appello, come spiegano dal gruppo, è la comunicazione ricevuta via mail dalle famiglie delle primarie, con cui sono state informate che chi non salda il conto arretrato, dal 10 gennaio non potrà più usufruire della mensa scolastica. «In questi giorni abbiamo appreso con piacere che il Comune ha approvato lo stanziamento di fondi per dare un contributo alle famiglie costrette a farsi carico dei costi per permettere ai propri figli di frequentare la scuola dell’infanzia paritaria - rimarcano dal gruppo - , anche se la suddivisione per scaglioni attuata evidenzia come chi ha un reddito sotto la soglia minima non percepisca molto di più di chi possiede un reddito alla soglia massima. Ci auguriamo che non sia un modo per dare un contentino a tutti ed evitare di doversi preoccupare della possibilità di istituire una scuola pubblica».

L’applicazione di un sistema basato sull’Isee per la mensa è la richiesta di Voltiamo Pagina. «Le famiglie degli studenti delle primarie non vengono considerati nelle difficoltà economiche e nello specifico per la mensa - aggiungono da Voltiamo Pagina, guidato in aula dal capogruppo Omar Damiani - : perché anche in questo caso non si riesce ad adottare un sistema di pagamento in base alle certificazioni Isee? Il pranzo è parte integrante della didattica». Da Voltiamo Pagina sottolineano anche che «ci sono famiglie con due o tre figli frequentanti che non possono permettersi di pagare un buono pasto ad un prezzo così alto e non sempre chi lavora, ed è quindi costretto a lasciare i figli alla mensa, può permettersi di pagare la cifra richiesta. Qual è la soluzione? O paghi oppure prelevi il bambino e lo porti a casa per il pranzo? Restituendolo alla scuola dopo averlo privato dell’importante momento conviviale? Noi crediamo che bisognerebbe aiutare tutti in egual misura ed chiediamo di considerare la possibilità di inserire delle agevolazioni».

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