SANT’ANGELO La sfida del Bar del Ponte, i giornali insieme al caffè

L’edicola del quartiere San Rocco aveva chiuso a luglio

Il buongiorno, il caffè, un sorriso e da oggi anche il giornale. Perché non si perda l’abitudine a restare nel quartiere per avere tutto ciò che serve. Diventa anche edicola il Bar del Ponte di piazza Vittorio Emanuele II, dal 1993 il “regno” di Cristiano Bassi. Da oggi qui sarà possibile trovare anche quotidiani e riviste e il punto di ritrovo del quartiere San Rocco diventa sempre più anche presidio di resistenza del commercio di prossimità della zona nord della città.

La scelta arriva dopo la chiusura del chiosco edicola di piazza Vittorio Emanuele II, all’angolo tra il ponte di via Cesare Battisti e via Statuto. La saracinesca si è abbassata definitivamente a luglio, per la pensione della titolare, «e ogni giorno da allora qualcuno mi ha chiesto “ma non riapre?” “Dove dobbiamo andare a prenderli i giornali?”» racconta Bassi. In realtà l’unica edicola rimasta nel centro abitato è in viale Partigiani, angolo via Umberto I. Le altre due sono nei centri commerciali sulla circonvallazione di via Trento e Triste, «mentre le altre che hanno chiuso in città, non hanno mai riaperto: per il quartiere significava perdere un punto di riferimento e la mancanza in questi mesi si è sentita molto».

Bassi allora ha deciso di rilanciare e di integrare all’attività di somministrazione anche la rivendita di giornali. Ieri pomeriggio, negli spazi di piazza Vittorio Emanuele, con la saracinesca mezza abbassata, si lavorava per gli allestimenti dell’angolo edicola, che sarà appena oltre la soglia di ingresso. «L’idea è proprio dare di nuovo al quartiere un servizio che è venuto a mancare - racconta Bassi -, appena oltre il fiume, dove anche la banca ha chiuso. Significa continuare a garantire i servizi essenziali in una zona vasta: almeno qui in piazza Vittorio Emanuele ci sono il panettiere, il bar, tornano i giornali».

Un’altra sfida per il Bar del Ponte, presenza storica del quartiere, dopo quella del Covid. «Abbiamo vissuto un anno pazzesco e il momento più difficile è stata sicuramente la prima riapertura dopo il lockdown, il 4 maggio 2020 - spiega ancora Bassi -: negli ultimi sei-sette mesi, invece la ripresa si è vista. La gente ha voglia di stare fuori e di tornare a vivere la normalità. Portare i giornali significa restituire un punto di riferimento». E forse anche accentuare la naturale vocazione del bar a “redazione” dedicata al commento delle notizie del giorno durante il caffè.n

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