San Martino ricorda le 33 vittime del Covid «Le “nostre stelle” ci guardano»

La cerimonia sul sagrato della chiesa, il sindaco Torza: «San Martino, così come l’Italia intera, ha sofferto tantissimo. Al tempo stesso abbiamo visto quanto la nostra comunità sia capace di lottare»

I nomi di chi ci ha lasciato durante i mesi del lockdown sullo schermo montato sul sagrato della chiesa, il lungo applauso e lo sguardo al cielo, a “riveder le stelle” per chiudere la serata. A San Martino sabato in tanti hanno partecipato all’evento organizzato dall’amministrazione comunale con la parrocchia e le associazioni locali per ricordare le tante persone decedute, 33, e ringraziare chi si è speso per il bene della comunità, tra video ed esibizioni musicali della compagnia teatrale Controcorrente e dei giovani dell’oratorio, sulle note di “Domani” e “Il cielo è sempre più blu”, riadattati con un’impronta sanmartinese.

«Un evento come questo ci fa capire due cose - ha esordito il sindaco Andrea Torza, dopo aver letto una lettera del vescovo Maurizio Malvestiti -. San Martino, così come l’Italia intera, ha sofferto tantissimo. Al tempo stesso abbiamo visto quanto la nostra comunità sia capace di lottare. Soprattutto però ci ritroviamo qui per ricordare. Perché è un dovere avere memoria dei tanti che ci hanno lasciato e, ora che possiamo farlo, partecipare al lutto di tante famiglie. Abbiamo voluto fortemente questa manifestazione a cielo aperto, così che tutte le nostre stelle là in cielo potessero guardarci». Il primo cittadino ha messo poi in risalto il gran cuore dei sanmartinesi, ma anche di tutti coloro, da sindaci a forze dell’ordine, costantemente in campo, prima dell’appello in ottica futura. «Ritornare alla normalità non sarà semplice. Tutti insieme dobbiamo provare a ripartire. Tutti dobbiamo essere “a difesa della comunità”, perché è il bene più prezioso che ci è rimasto tra le mani». Alla serata ha preso parte anche l’assessore regionale Pietro Foroni, con il ricordo della chiusura della prima zona rossa, «due figlie a Codogno e i genitori a Maleo, sapevo però che era la scelta giusta chiudere. Abbiamo visto in questi mesi il cuore grande dei volontari che hanno speso ore e giornate del loro tempo per aiutare chi era in difficoltà. Da queste consapevolezze dobbiamo ripartire. L’epidemia non è finita, non siamo in emergenza ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia». Non è mancata la piantumazione dell’ulivo, con il primo cittadino affiancato dal parroco don Davide Chioda (che ha ricordato come anche da Papa Francesco sia arrivato un messaggio di vicinanza alla comunità).

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