San Giuliano strangolata dai debiti, ok al piano per evitare il fallimento

A causa del fardello di debiti i conti pubblici sono esplosi: il consiglio comunale giovedì sera ha dato impulso all’iter per il pre dissesto. Il debito con il Comune di Milano (per i servizi erogati negli ultimi sei anni da Atm) e la pendenza aperta con il proprietario dei terreni delle aree 167 di Sesto Ulteriano, che sommati fanno 4 milioni 200mila euro, oltre all’importo stimabile dai 6 milioni agli 8 milioni di euro, dilazionabili in tre anni, con cui il Comune tenterà un concordato preventivo sul fronte Genia, hanno infatti mandato definitivamente in tilt un assetto di conti pubblici già precario.

Il quadro problematico del Comune di San Giuliano, come ricordato dal segretario generale, era del resto già noto alla Corte dei conti, ed erano state votate anche delle delibere nel tentativo di far comunque quadrare i numeri, ma poi i fatti più recenti hanno mandato in tilt il delicato equilibrio. I due elementi decisivi, in base a quanto emerso, sono legati in particolare alla risposta negativa da parte del privato alla proposta dell’ente di dilazionare il pagamento di 2 milioni di euro per il conguaglio dell’esproprio, insieme alla notizia, appresa dal sindaco ad inizio ottobre, in merito al consistente debito di 2milioni 200mila euro con palazzo Marino per il servizio di trasporto. La situazione è stata illustrata nel dettaglio dall’assessore al bilancio Mario Grioni, che ha è partito dalla premessa: «Siamo qui a presentare una delibera di cui tutti noi avremmo fatto volentieri a meno, ma purtroppo non c’erano alternative, in quanto il riequilibrio finanziario pluriennale è l’unica strada per evitare la procedura di dissesto che avrebbe conseguenze ben più pesanti per la città».

L’esponente della giunta ha quindi messo in evidenza che l’obiettivo perseguito è quello «di ridurre drasticamente i debiti» in un tempo minore rispetto ai 10 anni previsti dalla legge.

A pochi mesi dall’insediamento, l’assessore ha fatto anche presente: «Non posso esimermi dal ricordare che la situazione in cui ci troviamo è la risultante, evidente, documentata, di tutta una serie di eventi sciagurati che si sono succeduti con le amministrazioni che ci hanno preceduto».

Grioni ha poi parlato di Genia e dell’esigenza di riportare in capo al Comune le case popolari, le scuole, gli impianti sportivi e gli altri beni attualmente in capo alla multiservizi in stato di fallimento. «Per definire la cifra da offrire nel concordato preventivo ci faremo aiutare da un esperto – ha spiegato -, mentre l’alternativa di non offrire nulla e di aspettare che i beni vadano all’asta ci espone ad un duplice rischio rispettivamente riguardante la possibilità che il Comune non riesca ad aggiudicarsi l’asta e al tempo stesso che alcuni creditori possano non ritenersi soddisfatti e intraprendere quindi delle azioni di rivalsa nei confronti della stessa amministrazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA