San Giuliano, ecco la ricettaper salvare e rilanciare Genia

La sede di via Della Pace verrà venduta, il patrimonio immobiliare tornerà in comune, sui costi verrà messa in azione una forbice: la società di servizi di Genia guarda al futuro, con una ricetta che attende il sì della politica. Non appena si chiuderanno gli ombrelloni il consiglio comunale di San Giuliano, in un’adunanza prevista per il 6 settembre, si troverà infatti a discutere il piano di risanamento della società di servizi. Nei giorni scorsi i consiglieri che avranno la responsabilità di votare il corposo documento, hanno ricevuto dal municipio i carteggi dove sono tratteggiate le strategie per rimettere in piedi la società pubblica dal lussuoso quartier generale in zona Zivido.

Una volta che la delibera sarà avallata dalla politica il primo cittadino Alessandro Lorenzano si presenterà ai principali creditori, chiedendo loro una ristrutturazione, ovvero uno sconto del debito. La maratona per evitare il fallimento e garantire nuove prospettive alla società pubblica del comune di San Giuliano, dovrebbe passare dalle seguenti azioni: rinuncia da parte dei principali creditori di 25 milioni 100 mila euro; messa a gara della concessione decennale per la distribuzione del gas naturale (incasso di 10 milioni di euro); trasferimento al comune del patrimonio immobiliare indisponibile e del relativo servizio di debito accollato alla Cassa depositi e prestiti per circa 7 milioni 100 mila euro; vendita della sede di via Della Pace con incasso stimato di 5 milioni di euro; cessione d’azienda del ramo idrico con una riduzione dell’indebitamento di 8 milioni 300 mila euro e incasso di indennizzo pari a 4 milioni 200 mila euro. Il piano prevede inoltre la chiusura di Genia progetti e lavori e la riduzione del numero di società. Il business della società pubblica sarà incentrato sulla vendita del gas e dell’energia elettrica, nonché sull’igiene ambientale, sulla gestione calore e sull’illuminazione pubblica. Alle attività che dovranno far cassa si dovrebbe abbinare una politica di contenimento dei costi. In primis per quanto concerne il personale. Oltre alla procedura già avviata di licenziamento collettivo dei 26 dipendenti in esubero e ai 16 addetti al ramo idrico che sono passati in capo al nuovo gestore, si parla di blocco del turn over, senza quindi sostituzioni di eventuali pensionamenti o dimissioni, insieme al taglio dei premi di produzione, con un’ipotesi di contenimento anche dell’assenteismo. Altri tagli sono previsti sui costi della sede. Sono solo alcuni punti di una scaletta di interventi che nel complesso guarda all’obiettivo di aprire una nuova pagina per la sigla pubblica piegata dai debiti che dopo due anni di burrascoso dibattito resta al centro dell’attenzione.

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