San Giuliano, 17 anni al killer

Giuseppe Pellitteri, il gessista di 26 anni di Caselle Lurani che aveva subito confessato di aver sparato a Luca Saverio Verrascina a San Giuliano Milanese, è stato condannato dal gup di Lodi a 17 anni di carcere, per rito abbreviato. Il pm Armando Spataro aveva chiesto l’ergastolo, ritenendo che questo omicidio fosse maturato all’interno di logiche camorristiche, e che proprio per queste logiche il 26enne fosse stato portato a lavare con il sangue l’onta di essere stato brutalmente pestato da Verrascina pochi giorni prima, all’inizio di gennaio dello scorso anno. «Ma Pellitteri era incensurato - spiegano i suoi difensori Massimo e Fausto Teti - e ha beneficiato dello sconto di pena di un terzo previsto per il rito abbreviato». Inoltre, è caduta per lui anche l’accusa di spaccio, che nasceva dal fatto che dalle indagini era emerso che aveva acquistato nell’arco di diversi mesi, forse anni, hascisc per 4mila euro da un 38enne di Vizzolo, J.I.: «Nulla esclude - spiegano i difensori - che fosse per uso personale, non c’è negli atti una sola prova che Pellitteri vendesse droga».

«Tra cinque, otto anni potrebbe già uscire dal carcere - è invece lo sfogo delle sorelle e della moglie di Verrascina -, questa non è giustizia. Un padre non c’è più, chi lo ha ucciso potrà invece ancora rivedere i propri figli». Tensione al termine dell’udienza a porte chiuse, che pure ha confermato la tesi dei pm Giampaolo Melchionna e Armando Spataro riguardo alla presenza di più persone la sera del 10 gennaio a Zivido per portare Pellitteri, gravemente contuso a un occhio proprio per il pestaggio di Verrascina, a dimostrare di essere un uomo d’onore a colpi di pistola calibro 22.

Per presunto concorso nell’omicidio sono stati mandati infatti a giudizio in corte d’assise a Milano Cristina D. P., 60 anni, di San Giuliano Milanese (secondo il difensore Emanuele Kohler solo per una telefonata, ma è stata rigettata per ora la sua richiesta di arresti domiciliari), Armando E., 40 anni, di Pantigliate, presunto “armiere”, Maurizio L., 35 anni, di San Giuliano Milanese, e Carlo C., 38 anni, di Cerro al Lambro. Nelle udienze, di fronte anche a una giuria popolare, avranno più margini di difesa e per produrre prove a proprio favore. La procura ha invece a disposizione numerose intercettazioni della Dda per un’indagine per spaccio, che ha indagati comuni con questo processo.

Su consiglio dell’avvocato Domenico Izzo, ha invece patteggiato il vizzolese J.I., accusato di spaccio di stupefacenti (a Pellitteri) e di lesioni gravi nei suoi confronti: tre anni e due mesi di carcere, ed è stato l’unico degli imputati ad aver ottenuto ieri gli arresti domiciliari.

Già in udienza preliminare però sono emersi particolari inquietanti: oltre a legami di alcuni personaggi con il clan Gionta, secondo gli inquirenti, anche il progetto di vendicare il pestaggio di Pellitteri con una sventagliata di mitra all’indirizzo di un bar di San Giuliano in cui si riunivano i famigliari di Verrascina, e quello di colpire J.I. o il fratello di Verrascina, e non direttamente il muratore 38enne colpevole, secondo la procura, di aver picchiato troppo un parente di camorristi.

Giuseppe Pellitteri, il gessista di 26 anni di Caselle Lurani che aveva subito confessato di aver sparato un anno fa a San Giuliano a Luca Saverio Verrascina a San Giuliano Milanese, è stato condannato dal gup di Lodi a 17 anni di carcere, con rito abbreviato

© RIPRODUZIONE RISERVATA