San Donato, al “Levi” gli studenti cambieranno l’aula ogni ora

Il liceo Primo Levi si prepara alla rivoluzione copernicana. Professori che si spostano di classe in classe, attorno ad alunni passivamente fermi al proprio banco a scaldare la proverbiale sedia? Mai più: dall’anno scolastico 2017-2018 saranno i ragazzi a cambiare aula di ora in ora, raggiungendo ogni insegnante nell’aula a esso assegnata. Sì, perché dal prossimo anno ogni professore avrà la sua aula, e gli studenti saranno «migranti». Come avviene generalmente nelle università.

Una novità che, fuor di metafora, si tradurrà in un cambiamento sostanziale e prende le mosse da studi che ne hanno comprovato l’efficacia.

Il progetto “aule disciplinari” coinvolgerà alla ripresa delle attività didattiche, a settembre, i licei classico e scientifico Primo Levi, di casa in via Martiri di Cefalonia. La sezione staccata del linguistico, in via Trieste a San Giuliano, per motivi di spazio rimarrà inizialmente esclusa dalla sperimentazione. Sì, perché di sperimentazione si tratterà, pronta a diventare la norma se i risultati dovessero essere soddisfacenti.

È la dirigente scolastica del Primo Levi Concetta Pragliola ad annunciare la svolta: «Diversi studi sostengono che il coinvolgimento dei ragazzi, che spostandosi di aula in aula sarebbero meno passivi, ha effetti positivi sul rendimento», afferma.

Il sistema consentirà anche ai docenti di organizzare la propria aula a piacimento, disponendo sulle pareti e negli scaffali materiale didattico consono alla materia. Tant’è che la proposta ha trovato gli insegnanti «favorevolissimi», prosegue la dirigente, da tre anni a San Donato dopo aver insegnato letteratura inglese al liceo Parini di Milano, la quale aggiunge: «I corridoi saranno divisi per settori, con le materie affini vicine tra loro».

Un modo per favorire lo scambio di materiali e spunti tra i professori, e nello stesso tempo per facilitare ai ragazzi il percorso verso la propria destinazione, specialmente nei primi tempi, fino a quando la consuetudine non si sarà fatta strada.

E anche gli studenti hanno manifestato gradimento: «Del resto hanno già provato a vivere la scuola in questa maniera durante la settimana di “classi aperte” tenutasi tra gennaio e febbraio», in cui le attività didattiche sono state sospese per consentire agli alunni di frequentare corsi di perfezionamento e di recupero dislocati nelle varie aule dell’istituto. Un progetto lanciato recentemente secondo un’impostazione ispirata al college americano (o agli studi universitari), che non ha mancato di riscuotere grande approvazione tra i ragazzi.

Una simile organizzazione è la norma per gli istituti professionali, dove le attività laboratoriali sono preminenti ed è giocoforza per gli studenti cambiare spesso aula. Da qualche anno ha iniziato a farsi strada anche nei licei, ed è già stata adottata in qualche scuola dell’hinterland meneghino: il progetto vede il liceo sandonatese tra le realtà che si sono dimostrate già pronte all’innovazione. .

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