SAN COLOMBANO Litigio tra ex conviventi,una 36enne in ospedale

Crescono gli episodi di violenza domestica segnalati dalle forze dell’ordine

Il litigio per il figlio degenera e sfocia in una presunta aggressione. Intervento dell’ambulanza del 118 e dei carabinieri di San Colombano venerdì mattina alle 8 in via Galleani, nei palazzoni delle case popolari vicino al campo sportivo.

Una donna di 36 anni di origine tunisina è stata medicata sul posto e poi trasferita al pronto soccorso dell’ospedale di Lodi. A chiamare soccorsi e forze dell’ordine sono stati i vicini di casa, attirati in cortile dalle urla della donna poco prima delle 8. Sosteneva che l’ex convivente, un uomo di 49 anni anch’egli tunisino, l’avesse presa per il collo e per i capelli, e trascinata per alcuni metri prima di lasciarla. Sarebbe l’ennesimo episodio controverso di violenza tra i due: dal 2020 è aperto un procedimento penale, con udienza fissata la prossima estate.

La donna aveva anche denunciato il giorno prima il danneggiamento dell’auto. Né i vicini né tantomeno i carabinieri però hanno trovato l’uomo sul posto, e nessuno ha visto come siano andati i fatti. Il 49enne si è poi presentato spontaneamente in caserma in mattinata.

La vicenda è intricata, e affonda le sue origini nella separazione avvenuta 5 anni fa, con ripetute segnalazioni di stalking e di presunte violenze, denunciate reciprocamente. I carabinieri avevano chiesto per l’uomo un provvedimento di ammonimento, che però non è stato concesso proprio per l’assenza di evidenza di prove a suo carico.

È l’ennesimo episodio, controverso, di violenza domestica. Da inizio 2021 sono stati almeno una dozzina o una quindicina i casi emersi in denunce, quasi sempre da parte di donne che accusano i mariti e i fidanzati, o gli ex, di non lasciarle più vivere, con presenze assillanti e anche con episodi di violenza. Ma gli interventi dei carabinieri o dei servizi sociali sono stati ben più numerosi, anche se non sono sempre seguiti da denuncia, sia perché intercettati e risolti precocemente sia, più spesso, perché le vittime alla fine preferiscono lasciar correre sperando di risolvere diversamente i propri tormenti.

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