Saldi invernali, partenza da “brivido”

Fatturati dei negozi giù del 20% nella Bassa

Spesa contratta del 20 per cento. In questa prima settimana di saldi, il Basso Lodigiano risulta in linea con i dati forniti da Confcommercio. Nei negozi si continua ad acquistare ma si spende meno. Di assalto ai saldi non se parla: clientela sporadica e concentrata sui prezzi a caccia di occasioni.

Lo ha confermato il segretario dell'associazione commercianti del Basso Lodigiano (Ascom) Isacco Galuzzi. «Anche nel nostro territorio si è verificata una contrazione della spesa in ogni famiglia pari al 20 per cento - ha spiegato Galuzzi - con inevitabili ripercussioni sul commercio». E ha aggiunto: «Bisogna ammettere che il periodo natalizio ha tenuto - ha precisato il segretario Ascom - ma la tenuta del Natale deve essere inserita nel contesto di un anno difficilissimo per il commercio: uno dei più delicati dal secondo dopoguerra». Sul mancato boom dei saldi, Galuzzi non si è tirato indietro e ha espresso anche qualche perplessità sull'effetto delle cosiddette promozioni anticipate. «Non posso dirlo con certezza - ha dichiarato Galuzzi - ma mi chiedo se la possibilità concessa quest'anno dalla Regione per anticipare alcune promozioni anche prima del tradizionale periodo dei saldi, non abbia poi avuto ripercussioni. Nello stesso tempo bisogna dire che le promozioni anticipate sono servite anche ad aziende e attività per recuperare quella liquidità necessaria per andare avanti: - ha aggiunto il segretario Ascom - so comunque che in Regione è previsto prossimamente un tavolo su questo tema». I saldi comunque non sono ancora terminati, per cui gli acquisti si potrebbero "spalmare" nelle prossime settimane.I dati raccolti da Ascom fanno riferimento al bacino del Basso Lodigiano e in particolare alle attività più interessate dai saldi: i negozi di abbigliamento, di scarpe, di accessori e tanti altri articoli messi sul mercato dalle vetrine del territorio. «Stando alle prime previsioni, si prospetta un 2013 altrettanto difficile per il commercio - ha concluso Galuzzi - per cui francamente mi sento di lanciare un appello, per scongiurare l'aumento dell'Iva (dal 21 al 22 per cento), per evitare che i consumi calino ancora di più, aumentando il costo del prodotto». Un circolo vizioso che potrebbe poi risultare fatale a negozi e attività che versano già in situazioni precarie, alla luce di un 2012 che, fra cessazione e nuove aperture, si è chiuso nel Basso Lodigiano con un saldo non drammatico, ma comunque negativo: fra il bacino di utenza dello sportello unico attività produttive di Casale e il Suap di Codogno, si è registrata una depressione di 10 attività. Calcolo in cui tuttavia non rientrano i subentri che hanno visto un alternarsi di attività in diversi paesi del territorio: sia come genere di prodotto che come titolarità, che vede un progressivo aumentare della presenza di bar e negozi condotti da persone di origine straniera. Sara Gambarini

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