S. Giuliano, alla Bindi 450 in cassa

Nei prossimi giorni scatterà la cassa integrazione per 451 dipendenti Bindi su un organico di circa 650 lavoratori. Il calo di fatturato di circa l’8 per cento registrato dal colosso sangiulianese del settore dolciario, storica attività della zona, ha portato infatti l’azienda, al fine di scongiurare per il momento scelte più drastiche, ad imboccare la via dell’ammortizzatore sociale per tutti gli addetti alla produzione, con la sigla nelle scorse settimane di un’intesa tra sindacati e Assolombarda, che entrerà in vigore settimana prossima.

In sostanza è previsto il blocco della produzione per un giorno alla settimana che proseguirà per 13 settimane, anche non consecutive. Bindi dal canto proprio, come emerge chiaramente nel documento con cui le parti hanno trovato un accordo sull’ammortizzatore sociale, si è assunta una serie di impegni che, nonostante la crisi e la riduzione generale dei consumi, guardano alla continuità aziendale, anche mediante la ricerca di mercati alternativi. «L’azienda - si legge nel documento -, conferma il piano di investimenti già oggetto di comunicazione in ambito sindacale; in particolare con riferimento alla nuova linea “monodosi di pasticceria e soufflé”, sono allo studio nuove soluzioni che possano consentire un eventuale incremento dei prodotti lavorati». Viene inoltre specificato che il ricorso alla cassa integrazione «è conseguenza esclusiva del consistente calo di volumi».

Rimarranno comunque attivi, in base ai consueti orari, il bar e il negozio, così come proseguirà ininterrotto il lavoro negli uffici. Il rallentamento è infatti previsto solo all’interno della fabbrica a seguito di un contenimento del ciclo della produzione di dolci. Nel frattempo la società sarà impegnata nell’individuare nuove formule per recuperare punti su un mercato difficile, che risente pesantemente della recessione economica e del conseguente cambio di abitudini da parte dei consumatori alle prese con budget sempre più risicati. Si prospetta dunque una scommessa complessa, che sarà al centro di una serie di valutazioni. È la prima volta, del resto, nella lunga storia dal noto marchio del dessert, con quartier generale a Sesto Ulteriano, che entra in vigore lo strumento della cassa integrazione, anche se in realtà il contraccolpo di una fase nera Bindi lo aveva già accusato l’anno scorso, quando ad ottobre aveva aperto una procedura di mobilità su base volontaria per 80 addetti, dettato da un calo produttivo pari 7 per cento che era stato registrato nel primo semestre del 2011. Ma il correttivo sembra non essere stato sufficiente ad allontanare dall’azienda le nubi legate alla contrazione generale che non ha risparmiato nemmeno le torte dirette al settore della ristorazione. A distanza di un anno segue un nuovo sviluppo con il supporto della cassa che consentirà all’azienda di ammorbidire i ritmi senza dover introdurre misure restrittive per i lavoratori, in attesa di un tentativo di rilancio, forse con l’occhio puntato anche sulle potenzialità dei mercati esteri, che terrà innanzitutto conto dei tempi particolarmente difficili per chi produce.

La Bindi di San Giuliano, gigante del settore dolciario, deve fare i conti con la crisi dei consumi: scatta la cassa integrazione per 451 dipendenti

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