S. ANGELO Forzano le catene e scalano il tetto delle case Gescal per fare festa

I ragazzi, sabato, sono saliti ancora, portando in cima le casse acustiche

Il lucchetto e la catena sono durati poco più di venti giorni. Adesso penzolano alla finestra che dà sul tetto, forzati da chi ha deciso di usare di nuovo quel luogo ad alto rischio per i ritrovi. Questa volta portando con sè anche delle casse acustiche per una “festa” a cielo aperto sul tetto. Non c’è pace per i residenti del comparto Gescal di via Polli e Daccò, complesso residenziale popolare di competenza Aler alle spalle della circonvallazione interna di viale Trento e Trieste da un lato e al centro storico dall’altro.

Diverse le segnalazioni già arrivate in primavera sui rischi corsi da un gruppo di giovanissimi - tra cui anche bambini di 8 e 9 anni - che utilizzavano il tetto per i ritrovi, utilizzando la botola nel soffitto del pianerottolo dell’ultimo piano e la scala a scomparsa, per accedere al luogo proibito. Luogo in cui hanno anche lasciato segni tangibili del loro passaggio, come le scritte sui muri vergate in stampatello con le classiche bombolette spray.

Tra queste anche la scritta “Viva la Droga”, simbolo anche del diffondersi di un disagio sociale come quello dell’uso di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi. «Il Cittadino» aveva già dedicato ampio spazio alla vicenda, mettendo in fila le denunce sugli episodi a rischio arrivate a più riprese e dopo la pubblicazione dell’articolo, negli spazi dei palazzoni, qualcosa si era mosso per rimettere mano ad alcune delle situazioni segnalate.

Dalle luci delle cantine vandalizzate, che costringevano gli abitanti a muoversi al buio o aiutati dalle pile - diverse luci erano state ripristinate in quell’intervento della prima decade di maggio - al lucchetto con catena posati per blindare l’accesso al tetto. Un sistema per fermare gli accessi illegali, posizionato però non sulla botola, ma direttamente alla finestra che si affaccia sul tetto di uno dei palazzi, quella utilizzata dai ragazzi per arrivare allo spazio all’aperto. Precauzioni che non hanno però fatto desistere i giovani, che hanno forzato sia la catena sia il lucchetto per tornare ad avventurarsi sul tetto. L’ultimo episodio ad alto rischio è quello che risale al pomeriggio di sabato - segnalato però ieri - quando intorno alle 15.30 del pomeriggio sono arrivati una ventina di ragazzi con tanto di casse acustiche sul tetto per ballare e fare festa. Presenze sui generis, con volti nuovi rispetto a quelli già noti dei residenti, notate anche ai piedi del palazzo - dal campo polivalente del parco pubblico di via Polli e Daccò - come dalla stradina al fianco del cimitero. Nei pressi della finestra ritrovati dai residenti anche diversi cacciaviti, forse utilizzati per forzare il sistema di blocco degli accessi.

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