Riforma sanità, da Lodi per manifestare

Circa 30 rappresentanti sindacali al presidio davanti al Pirellone, il Pd incontra la popolazione al Caffè letterario e il direttore dell’Asst presenta il suo piano

Circa 30 rappresentanti sindacali, ieri mattina, hanno partecipato, davanti al Pirellone, alla manifestazione per la riforma della sanità.

«Chiediamo un cambiamento del modello organizzativo - hanno detto - rafforzando, nella nuova azienda territoriale, il ruolo del distretto socio sanitario, con l’assegnazione di risorse e potere di spesa e con la partecipazione dei Comuni e delle comunità locali alla definizione di piani salute distrettuali per l’offerta di servizi nel proprio territorio».

I sindacati chiedono, tra l’altro, di restituire alla prevenzione un ruolo centrale nel servizio sanitario e di rivedere il rapporto tra pubblico e privato, «valorizzando la funzione integrativa e non sostitutiva dell’offerta sanitaria privata».

Questi due ultimi concetti sono gli stessi emersi nell’incontro promosso lunedì, dal Pd locale, nel cortile del Caffè letterario.

Il Partito democratico ha presentato la sua proposta di riforma del servizio socio sanitario regionale, analizzando le ricadute nel Lodigiano. La proposta del Pd è articolata in 11 punti: 1) servizi sanitari più vicini ai cittadini; 2) in ospedale solo se c’è davvero bisogno; 3) Meno liste di attesa e prenotazioni più semplici; 4) Una sanità davvero per tutti e non solo per chi ha risorse da spendere; 5 attenzione a tutti i territori,ù, anche quelli periferici; 6) sanità privata al servizio del pubblico e non viceversa; 7)Case della comunità accessibili a tutti e sempre aperte; 8) infermieri di comunità per cure e assistenza domiciliare; 9) Più servizi sanitari e sociali a casa delle persone; 10) Potenziamento della prevenzione e della vicinanza epidemiologica; 11)Più collaborazione con il terzo settore per stare vicino ai più deboli.

In queste ore, il direttore generale dell’Asst di Lodi, dal canto suo, ha inviato a tutti i portatori d’interesse, le modifiche al piano aziendale, in preparazione alla riforma sanitaria, che prevede, tra l’altro, dalle 4 alle 5 case della comunità nel territorio, una delle quali a Lodi, due ospedali di comunità, a Casale e Sant’Angelo e una centrale operativa territoriale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA