Lo smog uccide, e questo non è certo uno slogan. Se i lodigiani riuscissero a tenere a bada le polveri sottili, nell’arco di un anno si salverebbero due vite. Il dato fa parte di una ricerca che Regione Lombardia ha commissionato al professor Pier Alberto Bertazzi del Policlinico di Milano, intitolata “Effetti sulla salute in Lombardia degli inquinanti aerodispersi”. Il dossier sarà utilizzato dal Pirellone per elaborare le politiche anti-smog del futuro, un argomento che è stato affrontato in tutti i suoi aspetti durante gli “stati generali” dell’aria, convocati questa settimana dall’assessore Marcello Raimondi.
«Se il Pm10 rimanesse sotto la soglia dei 40 microgrammi al metro cubo, prevista dall’Unione europea, i decessi posticipabili per cause naturali sarebbero 1,2, per cause cardiache sarebbero 0,4 e per cause respiratorie 0,5», sostiene lo studio. Allo stesso tempo, però, si potrebbe persino evitare di finire in un letto d’ospedale: «I ricoveri per cause cardiache evitabili sarebbero 0,5 mentre per cause cerebrovascolari sarebbero 0,6». A Milano, metropoli presa d’assalto dall’inquinamento, un miglioramento della qualità dell’aria permetterebbe di evitare 169 decessi all’anno. L’importante sarebbe ridurre le emissioni, non azzerarle. Insomma, basterebbe uno sforzo, fanno intendere i ricercatori. Come è noto, però, il Pm10 non è l’unico nemico da sconfiggere, nella lista c’è anche il biossido d’azoto: «Se l’NO2 rimanesse sotto la soglia dei 40 microgrammi al metro cubo, in provincia di Lodi i decessi posticipabili per cause naturali sarebbero 0,1», mentre non ci sarebbero differenze nel caso di cause cardiache o respiratorie.
«È la prima volta - dice Raimondi - che possiamo basarci su dati reali del nostro territorio e non su proiezioni derivanti da casistiche straniere, come invece facevano tutti i dati circolati finora. La ricerca ci mostra quanto sia stato importante aver ridotto sensibilmente le emissioni nocive, che negli anni ‘80 erano da 3 a 4 volte superiori alle attuali». I dati dimostrano che l’inquinamento genera complicanze nei soggetti più fragili, soprattutto gli anziani, più esposti a patologie respiratorie, cardiache e cerebrovascolari. L’assessore sottolinea che il prossimo piano dell’aria affronterà la questione degli euro 3 diesel, l’obiettivo è arrivare allo stop definitivo ma graduale. Si penserà poi ad allargare ad altri Comuni il blocco degli euro 0 benzina, diesel 0, euro 1 ed euro 2, decisioni che però «dovranno essere condivise con gli altri soggetti». Sul fronte domestico e dell’edilizia il Pirellone sta studiando l’attivazione di un fondo di garanzia per le Esco (Energy Service Company) per facilitarne gli investimenti, oltre alla promozione di nuove tecnologie, anche in agricoltura per contenere le emissioni di ammoniaca in atmosfera attraverso il riutilizzo efficiente dei liquami.
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