Razzia record nell’azienda dei metalli

Nel mirino la Lgc: spariscono 6 tonnellate di materiale

Hanno camminato sui bordi delle vasche e smontato i cestelli in titanio sollevandoli di peso, mani esperte che sapevano cosa cercare e come muoversi. È dai contenitori usati per argentare i metalli che gli autori del raid di domenica notte alla Lgc in via Nenni alla Mirandolina hanno estratto l’argento impiegato nel processo di trattamento dei contatti elettrici e non solo, in cui è specializzata la ditta codognina.

Ma non si sono fermati a quello. Sono sessanta i quintali tra rame, stagno, nichel e argento razziati in una sola notte, per un valore complessivo che si aggira sui centocinquanta mila euro. Senza contare il furgone Volkswagen e le valigette contenenti trapani, avvitatori, martelli demolitori Bosch, cacciaviti e chiavi inglesi spariti. Perfino le caramelle trovate nei cassetti. La scoperta del blitz è stata fatta dal titolare stesso ieri mattina alle 5, al suo arrivo in azienda ha subito notato che uno dei portoni era scostato e non gli è stato difficile immaginare cosa doveva essere successo.

A dire il vero l’attività è aperta dal 2008 e nessun furto era mai avvenuto prima, negli ultimi tempi però le scorribande alla Mirandolina sono all’ordine del giorno e il timore che capitasse anche a loro era forte. I predoni hanno bucato la recinzione della ditta portandosi sul retro del cortile, quindi sono saliti sull’impianto di depurazione esterno e hanno spaccato i vetri dei finestroni. Da lì in poi hanno trovato il campo libero. Le impronte rinvenute sul bordo delle vasche sono di due uomini, ma a guardare l’entità del bottino e alcuni particolari doveva essere una banda di almeno quattro persone. Tanto per cominciare non è affatto facile estrarre i cestelli dai “bagni” di lavorazione dei metalli, per cui c’è voluta la forza di più braccia per riuscirvi. Lo stesso per caricare la valanga di materiale razziato, tre bancali interi di oggetti in rame più altri tre cassoni.

Un danno imponente, tanto più che non soltanto la ditta non avrà un centesimo dalle commesse già eseguite e pronte per la consegna che sono state rubate, ma dovrà anche risarcire i clienti per il loro materiale sparito dal magazzino. La Lgc è una contoterzista, il metallo dei clienti arriva in via Nenni ed esce stagnato, zincato, argentato. In particolare i bancali che hanno preso il volo domenica erano di una ditta della Bassa e di un’altra di Torino. Di proprietà della Lgc erano invece il furgone Volkswagen posteggiato in un capannone, e le cassette di costosissimi attrezzi.

Probabilmente i ladri si sono serviti del mezzo per caricare la roba, anche se la portata del furgone è di 15 quintali mentre il carico di metalli razziato ammonta a tre volte tanto. Non ancora abbastanza per i malviventi, se prima di fuggire hanno strappato fari e lampeggiante da un muletto così da non essere visti da fuori, e con quello hanno sfondato la parete del capannone confinante con il magazzino della ditta dove si confezionano nastri per l’impresa Brizzolari. E dove non hanno trovato niente che gli interessasse. Con le tasche piene zeppe di caramelle scovate negli uffici della Lgc, i ladri se ne sono quindi andati.

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