Presidio alle Poste, auguri a rischio

Numerosi i tagli

previsti al polo meccanizzato,

la mobilitazione

va avanti da settimane

Quasi un mese di presidio fuori dal Centro meccanizzato postale di Linate, frazione di Peschiera Borromeo. I tecnici manutentori delle linee di smistamento postale, che praticamente da inizio novembre sono ai cancelli di ingresso dell’enorme “cittadella” di Poste Italiane (mille lavoratori in tutto), ieri a mezzogiorno erano di nuovo lì per l’iniziativa più forte. Rallentare, dalle 12 alle 15, l’ingresso del personale al centro nevralgico della corrispondenza di mezza Lombardia. Un’iniziativa di impatto, sotto le bandiere della Fiom-Cgil, sindacato maggioritario, sorvegliata da un nutrito numero di carabinieri e altre forze dell’ordine. Il risultato si vedrà anche... sotto l’albero: dentro i capannoni giacciono infatti tonnellate di corrispondenza bloccata, auguri natalizi compresi, visto che un mese di agitazioni comincia a pesare sulla macchina della consegna postale. Il traffico lungo via Milano ha dovuto subire alcuni minuti di blocco totale poco dopo mezzogiorno. C’è stata un’iniziativa collaterale delle Rb-Cub, che ha provocato qualche momento di tensione coi lavoratori in ingresso.

Il presidio ex Stac Italia a Linate sta diventando una delle più prolungate manifestazioni sindacali viste nel Sudmilano, protratto praticamente da fine ottobre a Natale. Ieri peraltro la manifestazione era “sincronizzata” con quelle indette a Roma, Brescia, Padova e altre città d’Italia. Nonostante l’ampiezza e la durata, la strada per ridurre l’impatto degli esuberi è in salita. Forse più ancora di quanto sembrasse un mese fa. Secondo alcuni calcoli, l’associazione temporanea di imprese Selex-Ph Facility, che è subentrata a Stac Italia nel controllo 24 ore su 24 dello smistamento postale meccanizzato, intenderebbe lavorare sull’intera base nazionale con 80 o addirittura 50 figure riassunte rispetto alle 270 in forze fino all’estate scorsa. A Linate le stime all’inizio del picchetto erano di 15-20 licenziamenti, tutti fra residenti a Milano città, Peschiera, Paullo, Sudmilano e Lodigiano. «Siamo in cassa integrazione fino a tutto dicembre - spiegavano ieri i lavoratori - e non perché non ci sia lavoro, ma perché gli appalti sono fatti così al ribasso da tradursi necessariamente in ammortizzatori sociali. Dal 2014 è il buio». Il sindaco di Peschiera Antonio Falletta ha reso noto che «l’Azienda sanitaria 2 di Melegnano ha eseguito nelle ultime settimane una nuova ispezione sulle condizioni igienico-sanitarie dentro il Cmp». Il consigliere provinciale Massimo Gatti è arrivato al terzo sollecito della stessa verifica. In settimana si riunirà al ministero dello Sviluppo Economico un tavolo di mediazione.

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