Poste, sportelli vuoti e code all’addiaccio

Nel capoluogo nessun ufficio è aperto al pomeriggio

Evitare la fila è quasi impossibile. Il problema è che, in questi giorni, per raggiungere il tanto agognato sportello, è necessario aspettare al freddo, in mezzo alle intemperie: pioggia o neve, a seconda dei casi. Le code fuori dalle Poste stanno ancora suscitando polemiche tra i cittadini di Lodi, che continuano a inviare le loro segnalazioni in redazione. A causa dei provvedimenti anti-Covid, il numero di accessi all’interno degli uffici è limitato. Misurazione della febbre e gel disinfettante sono le due operazioni obbligatorie per entrare in tutta sicurezza, oltre naturalmente all’utilizzo della mascherina.

Spesso, sottolineano però gli utenti, all’interno delle diverse sedi non tutte le postazioni di lavoro sono aperte, e questo - anche alla luce del fatto che il servizio è a disposizione solo al mattino - non fa che rallentare le procedure. Un’organizzazione che si ripercuote anche sui dipendenti delle Poste, più volte i sindacati hanno sollevato la necessità di nuove assunzioni dietro al plexiglass. La prenotazione del posto spesso, secondo alcuni lodigiani, non risolve il problema. Gli anziani lamentano il fatto di non poterlo fare, perché sprovvisti di Internet, a meno che non ci sia qualche parente disposto a farsi carico della prenotazione.

Ieri mattina, intorno alle 10.30, una ventina di clienti aspettava in via Fascetti, dove nel piazzale si erano accumulate grosse pozzanghere piene d’acqua. Gente in fila anche in via Volturno, più di dieci persone, alcune mamme con passeggini. Nelle due sedi più piccole, via Lodivecchio e viale Italia, alti cittadini aspettavano con l’ombrello aperto il proprio turno.

Non tutti hanno la pazienza di attendere fino alla fine, così qualcuno se ne va per tentare poi in un altro momento, sperando di essere più fortunato.

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